Stefania Rossini, ཿL’espresso 23/9/2004, pagina 74., 23 settembre 2004
Le due esperienze che convinsero Roberto Castelli a tirarsi fuori dal Sessantotto: "Una mi fa ancora vergognare perché ho assistito immobile alla prepotenza di due katanga del movimento studentesco che facevano ingoiare un volantino a un poveretto di Gioventù liberale
Le due esperienze che convinsero Roberto Castelli a tirarsi fuori dal Sessantotto: "Una mi fa ancora vergognare perché ho assistito immobile alla prepotenza di due katanga del movimento studentesco che facevano ingoiare un volantino a un poveretto di Gioventù liberale. La seconda è conclusiva: la polizia circonda la facoltà e io osservo questi ragazzi in divisa che stanno fermi, per ore, in piedi, sotto l’acqua scrosciante. A un certo punto gli occupanti, tutti figli di papà, cominciano a tirare i sassi e urlare: bastardi, fascisti. Io penso a Pasolini, a quei proletari che guadagnanomeno della paghetta mensile che mi passava la mia famiglia: 60 mila lire. Esco sotto l’acqua e chiedo: ”Posso andare a casa?” ".