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 2004  settembre 21 Martedì calendario

Todde Antonio

• 22 gennaio 1889, Tiana (Nuoro) il 4 gennaio 2002. Secondo il Guinness dei Primati l’uomo più vecchio ad aver festeggiato l’arrivo del ventunesimo secolo • «Passato illeso nella cruna babelica di tre secoli. Venuto al mondo nel 1889. Quando il codice Zanardelli aboliva la pena di morte, Umberto I ancora regnava, Mussolini frequentava la scuola materna e Sigmund Freud finiva di scrivere l’Interpretazione dei sogni [...] Da che il Guinness lo ha incoronato non passa giorno che non si presentino a casa giornalisti da tutto il mondo, assessori, parroci, maghi, gerontofili, mitomani, genetisti ansiosi di pompargli un po’ di sangue per ispezionare il dna. [...] pastore fino a novant’anni [...] Mai nessuna malattia. Solo qualche bronchite con tutta l’acqua e la neve che ha preso, mai dissociando il suo destino da quello delle sue pecore, tutte estinte. Niente medicine. Solo qualche goccia per rinvigorire il cuore. [...] Tiana, 582 abitanti [...] nella Barbagia di Mandrolisai, lungo le falde del Gennargentu. Società matriarcale come poche. Le donne portano i pantaloni, commissionano sequestri, omicidi, fanno la spesa e mettono i bambini a letto la sera, qualche volta anche gli uomini sbronzi di mirto. [...] Non aveva dieci anni quando gli è passata davanti la prima carrozza a motore. Il primo aereo quando giocava a morra nelle trincee del Grappa. La sua prima e unica volta fuori dalla Sardegna. Dopo averlo scartato perché era un bassotto di 1 e 58, la Patria lo aveva chiamato e lui era partito. Ferito alla schiena da una granata austriaca, salvò la pelle buttandosi in un burrone. Mai stato fascista, anche se apprezzava il Duce. Strinse la mano a Vittorio Emanuele III ma votò repubblica il giorno del referendum. [...] devoto a Sant’Antonio e a Paola Barale. Ha sempre apprezzato le belle donne, come quell’inviata televisiva che lui strinse a sé in una morsa ferrea, forse anche era perché austriaca, dopo averle chiesto se era venuta in treno o a cavallo, perché ogni tanto il puzzle dei tre secoli si confonde» (Giancarlo Dotto, ”L’Espresso” 3/1/2002).