21 settembre 2004
Tags : Elisa. Springer
Springer Elisa
• Nata a Vienna (Austria) il 12 febbraio 1918, morta il 19 settembre 2004. «Famiglia ebrea della borghesia viennese, affollata di musicisti e artisti da cabaret, a poco più di 20 anni le toccò in sorte l’inferno del lager. Di casa Springer fu solo lei a salvarsi: il papà Richard torturato a Buchenwald, la mamma Sidonie uccisa a Dachau, la zia Bertha e lo zio Mischi massacrati a Theresienstadt. Fin qui il destino tragico di tanti sopravvissuti. Ma a rendere unica la sua vicenda contribuì un cerotto: per cinquant’anni Elisa ha nascosto sotto un piccolo adesivo il numero marchiato sulla pelle. Come un personaggio di Grossman, la zia Itka di Vedi alla voce amore, che alle nozze del nipote fece lo stesso ”perché non voleva offuscare l´allegria della festa”. Perché lo fece Elisa? Per paura di non essere creduta. E per l’ostilità manifestatagli da Manduria, cittadina pugliese di uliveti e barocco fatiscente, dove magrissima arrivò dopo la guerra, insieme al marito possidente Guglielmo Giammarco. ”Non volevo sentirmi diversa”, raccontava. ”Così preferii cancellare la mia identità”. Finché il figlio Silvio, un medico tenace, verso la metà dei Novanta la convinse a scrivere la sua storia. Il memoriale, Il silenzio dei vivi, pubblicato da Marsilio nel 1997, le restituì l’onore negato, regalandole una nuova vita: non più nell´ombra d’una piccola comunità, ma nella sfera pubblica, ”per non dimenticare”. ” strano”, confessava agli amici, ”tuttavia ho la sensazione di non essermi mai allontanata dalla casa di Vienna. Come se fossi rimasta lì, ad aspettare il mio domani”» (Simonetta Fiori, ”la Repubblica” 21/9/2004).