Varie, 20 settembre 2004
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Stallman Richard
• New York (Stati Uniti) 16 marzo 1953. Hacker • «Quando il dipartimento di Computer Science del Mit decise che per accedere ai suoi computer ci sarebbe stato bisogno di una parola d’ordine, Richard Stallman pensò bene di violare il codice e invitò i suoi colleghi a ignorare la richiesta: se la conoscenza deve essere aperta a tutti perché mai limitarne l’accesso? Era la metà degli anni ’70. E mentre molti dei suoi colleghi di allora hanno fatto carriera nelle grandi corporation o sono diventati ricchi fondando nuove società, Stallman resta impegnato in una sua jihad personale contro tutti quelli che pensano che software e sistemi operativi debbano essere protetti dal diritto d’autore. Una pretesa immorale, dice: “Un muro per dividere la gente”. È per questo che quando la MacArthur Foundation gli ha dato una borsa di studio di 250 mila dollari riconoscendo così la sua genialità, Stallman ha usato quei soldi per finanziare la sua fondazione, la Free Software Foundation. Poi, a partire dal 1983, ha elaborato Gnu, un sistema operativo basato su Unix che ha poi aperto la strada a Linux, un software apprezzato anche da Sun e Ibm, ma soprattutto amato dagli hacker, che gradiscono la sua vena libertaria e la facilità con cui può essere modificato. Stallman ha scritto un manifesto, “Hacker Ethics”, sottolineando come la morale degli hacker non sia quella di sabotare siti e reti per il gusto di farlo, ma per aprire a tutti l’accesso a software e codici. E infatti, quando saluta qualcuno da dietro il suo barbone e i capelli lunghi e arruffati, non dice “Buon giorno”, ma “Happy hacking”» (Lorenzo Soria, “L’Espresso” 1/8/2002).