Varie, 17 settembre 2004
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Saez Irene
• (Venezuela) 13 dicembre 1961. Miss Universo 1981. Nel 1998 si candidò alle presidenziali del suo Paese (sconfitta da Hugo Chavez) • «I venezuelani continuano ad identificarla in Barbie. Una Barbie di ferro. [...] alta, bionda, rigogliosa di forme. Una prorompente bellezza latino-americana. Diventata in pochi mesi il simbolo dell’antipolitica. In Venezuela tutto va a rotoli, anche se il paese galleggia su un mare di petrolio. [...] Quasi la metà della popolazione è sotto i livelli di povertà. E la violenza dilaga nelle strade. [...] La dimensione politica di Irene Saez è tuttavia meno naïf di quanto i suoi trascorsi di pin up lascino immaginare. Incoronata miss Universo nell’81, a neanche 20 anni, sulla scia di una gloriosa tradizione nazionale (a Caracas prosperano le scuole che insegnano a competere nei concorsi di bellezza), non si lascia tentare né dal cinema né dalle passerelle di moda. Sgobba invece sui libri per laurearsi in Scienze politiche. E nei ritagli di tempo si dedica alla raccolta di fondi per i bambini poveri. La passione per la politica militante sboccia nel ”92, proprio durante il colpo di Stato organizzato da Chavez. Negli scontri è sfiorata da un proiettile: lo scampato pericolo la induce a trasformarsi in una sentinella della democrazia. Forma insieme al fratello Eduardo un movimento che chiama con il suo nome, Irene, e che espande rapidamente appoggiandosi alle parrocchie. E diventa sindaco del Chacao, sobborgo benestante della grande Caracas. un primo cittadino dinamico e creativo. Sviluppa i servizi sociali. Piazza agli incroci poliziotti muniti di pattini. Fa percorrere le strade del quartiere da ambulanze attrezzate per il pronto soccorso. E soprattutto pareggia il bilancio. Calamitando così ampi consensi, che le valgono un nuovo soprannome: ”Donna Provvidenza”. Le mamme sfilano in processione nel suo ufficio ad implorare una benedizione per la prole. Un processo di laica beatificazione che la fa sentire matura per la più alta carica del Venezuela. Delle sue idee politiche si sa poco e nulla. Nei comizi vagheggia di lotta alla corruzione, di snellimento dei ministeri e della burocrazia, di privatizzazione dell’industria petrolifera. [...] non le mancano gli appoggi internazionali. amica del costruttore newyorchese Donald Trump. [...] di destra o di sinistra? Forse non lo sa nemmeno lei. [...]» (Gianni Perrelli, ”L’Espresso” 10/9/1998). Vedi anche: Maurizio Chierici, ”Sette” n. 7/1998.