Daniela Daniele, ཿLa Stampa 17/9/2004;, 17 settembre 2004
Ogni anno 25mila italiane si rifanno il seno (mastoplastica). Una cinquantina di protesi a disposizione, prevale quella a goccia, ma il presidente della Sicpre Alessandro Massei spiega che «le pazienti che si sono sottoposte a mastopessi, intervento studiato per sollevare e restituire consistenza al seno cadente, preferiscono la forma a palloncino, per avere i quadranti superiori prominenti, cioè un decoltè più sollevato»
Ogni anno 25mila italiane si rifanno il seno (mastoplastica). Una cinquantina di protesi a disposizione, prevale quella a goccia, ma il presidente della Sicpre Alessandro Massei spiega che «le pazienti che si sono sottoposte a mastopessi, intervento studiato per sollevare e restituire consistenza al seno cadente, preferiscono la forma a palloncino, per avere i quadranti superiori prominenti, cioè un decoltè più sollevato». Marco Gasparotti, dell’Università di Tor Vergata: «Oggi domina l’ambiguità sessuale. Anche nella chirurgia plastica delle donne. La Marini, per intenderci, non è più un modello. Fanno tendenza le androgine, palestrate, con attributi femminili molto violenti: grosso seno, glutei duri, labbra dure. Un ritratto di efficienza e arroganza». Quelli che si sottopongono ad addominoplastica sono 20mila (62 per cento donne, le cicatrici possono superare i due metri di lunghezza).