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 2004  settembre 16 Giovedì calendario

FRISK Anders Goteborg (Svezia) 18 febbraio 1963. Arbitro di calcio. Internazionale dal ’91, è uno degli arbitri più stimati da Fifa (Mondiale 2002) e Uefa, presente all’Europeo ’96, 2000 e 2004, dove ha diretto Portogallo-Olanda (2-1, semifinale)

FRISK Anders Goteborg (Svezia) 18 febbraio 1963. Arbitro di calcio. Internazionale dal ’91, è uno degli arbitri più stimati da Fifa (Mondiale 2002) e Uefa, presente all’Europeo ’96, 2000 e 2004, dove ha diretto Portogallo-Olanda (2-1, semifinale). Il 15 settembre 2004 all’Olimpico fu colpito da una moneta e costretto a sospendere la sfida di Champions League tra Roma e Dinamo Kiev (’Corriere della Sera” 16/9/2004). «L’arbitro di calcio più ricco, più raccomandato e più nascosto del mondo [...] sposato, divorziato, vive in una villa nella zona residenziale di Molndal alla periferia di Goteborg, ha un’agenzia di assicurazioni che si chiama Frisk and partners, parla oltre allo svedese inglese e tedesco, è ambasciatore internazionale della Croce Rossa, ma soprattutto ha una grande e sbalorditiva particolarità: dirige quasi sempre malissimo, eppure nel quartier generale dell’Uefa lo considerano una divinità a parte. [...] Mister Frisk comincia la sua carriera di arbitro ad appena dieci anni. Un fenomeno, anche in questo. Da una vecchia intervista, la ricostruzione dell’Evento: ”Giocavo a calcio con gli altri bambini, ma ogni tanto arbitravo: mi piaceva il potere del fischietto. Il mio modello è sempre stato l’arbitro inglese George Courtney perché faceva scorrere il gioco”. [...] In ogni caso la carriera di Frisk parte e non si ferma più. Nel 1978 è tesserato. Nel 1989 debutta nella serie A svedese. Nel 1991 è internazionale. Nel 1993 ad appena trent’anni, un record, entra nella first-class Uefa, la lista dei 44 arbitri più bravi d’Europa. Un rullo. Nel 1995 dopo aver combinato sfaceli in Djurgarden-Halmstadt viene aggredito da un tifoso. Per premio, un anno dopo, l’Uefa lo inserisce nella lista degli arbitri per i campionati europei in Inghilterra. Ha una pausa a vuoto solo ai mondiali in Francia del 1998 quando non può rispondere alla convocazione per un improvviso mal di schiena (ma in Svezia c’è chi dice che in quel momento non era mentalmente a posto per i continui litigi con la moglie). Il crak del matrimonio lo mette più tranquillo e Frisk più che un arbitro diventa un mondo perfetto: conti bancari inclusi. Comincia ad arbitrare di tutto e di più, spesso fa inferocire mezzo mondo ma fa niente, prima finale nel 1999 alla Confederation Cup, e da lì passaggio dritto nella top-class, la categoria Uefa degli 8 arbitri più bravi, affidabili, potenti. Agli europei di Belgio-Olanda del 2000 dirige tre partite compresa la maledetta finale Italia-Francia decisa dal golden-gol di Trezeguet. Ai Mondiali di Giappone e Corea dirige due match; agli Europei in Portogallo addirittura quattro che è un altro record mai toccato da nessun arbitro. Ma gli affari si fanno soprattutto nell’aurea Champions League dove Frisk imperversa senza sosta. [...] più di Collina, il miglior arbitro del mondo [...] Mai tanti angeli e arcangeli nella storia ormai ultracentenaria del calcio avevano svolazzato così amorevolmente sulla carriera di un arbitro. Molti i suoi ”sponsor’, ma soprattutto due, guarda un po’ entrambi svedesi. Il potentissimo presidente dell’Uefa, Lennart Johansson; e il vicepresidente della Commissione disciplinare dello stesso organismo, Lars Ake Bjorck [...] Sempre Bjorck aveva detto di Frisk una volta: ”Ha una grande personalità, non si cura dei campioni ma guarda anche ai giocatori più modesti”. [...] per l’Italia è una specie di Terminator. Dal 22 ottobre 1995 con Juve-Borussia Dortmund 1-2, fino a mercoledì scorso con la Dynamo Kiev, le squadre italiane sono sempre finite rottamate, ricordando solo di passaggio Fiorentina-Barcellona del 1997 e Roma-Galatasaray del 2002» (Marco De Martino, ”Il Messaggero” 21/9/2004). «Professione agente assicurativo, hobby giardinaggio. stato testimonial della Croce Rossa per un progetto di protezione dei bambini in guerra. Nell’apposita classifica del 2003 risultava il quinto miglior arbitro del mondo, dietro i colleghi Collina, Meyer, Merk, Ivanov. Nel 2002 era terzo. Le sue posizioni teoriche si riassumono in una frase: ”A chi pensa che gli arbitri sbaglino troppo, consiglio di dare un occhiata a certi attaccanti che non la buttano dentro a due metri dalla porta”. Inflessibile e spesso plateale di fronte alle telecamere, viene accusato di andare in difficoltà quando il match si incattivisce. Agli occhi dei calciofili più rudi la cosa si riassume così: è sempre troppo abbronzato e si fa le meches. Durante gli ultimi europei gli inglesi lo hanno soprannominato tra l’altro Hollywood e anche Miami Vice, per via della divisa aperta sul petto con la catena del fischietto in vista. Per lo stesso motivo, probabilmente, durante la finale di Euro 2000 Francia-Italia, Frisk riscosse grandi approvazioni dalla folla riunita di fronte a un megaschermo montato in occasione del Gay Pride a Roma. In maniera puntuale quanto inquietante, la sua presenza in campo coincide con alcuni disastri internazionali del nostro calcio. Prima di arbitrare una delle finali europee più dolorose per gli azzurri, Frisk era stato l’arbitro di Fiorentina-Barcellona, semifinale di Coppa delle Coppe 1997. Contestato pesantemente per alcune decisioni, si trovò a fronteggiare un infernale lancio di oggetti dalle tribune del Franchi. Vennero colpiti due giocatori: De la Pena e Sergi; lui minacciò di sospendere la partita per due volte, ma fu convinto dal delegato Uefa a continuare fino in fondo. La Roma se lo ritrovò all’Olimpico nel 2002, per l’incontro di Champions con i turchi del Galatasaray. La partita fu fallosa, brutta, cattiva e finì in rissa generale allo scoccare del 90’: Totti stette fuori per tre giornate. L’ultima partita importante arbitrata da Frisk è stata la semifinale europea Portogallo-Olanda: due giornate di stop al bomber Van Nistelrooy che l’aveva mandato a quel paese per certe decisioni discutibili e filo-portoghesi» (Alberto Piccinini, ”il manifesto” 17/9/20004).