15 settembre 2004
Tags : Pipilotti Rist
RIST Pipilotti (Charlotte Rist). Nata a Riental (Svizzera) il 21 giugno 1962. Artista. «Prima di tutto, occorre fare un bel passo indietro
RIST Pipilotti (Charlotte Rist). Nata a Riental (Svizzera) il 21 giugno 1962. Artista. «Prima di tutto, occorre fare un bel passo indietro. E ritornare ai primi anni Sessanta, quando la Tv dei ragazzi ci proponeva le esilaranti avventure di Pippi Calzelunghe. Quella sventatella ragazzina dalle trecce e lentiggini rosse che, in groppa al suo cavallo e con una scimmietta in spalla, cantava a squarciagola: ”Pippi, pippi, pippi che nome fa un po’ ridere, e voi riderete per quello che farò”. Solo dopo questo flash back, si potrà veramente accedere nell’universo ancora più strampalato di un’altra Pippi: quello del coloratissimo (e divertentissimo) mondo di video-installazioni di Pipilotti Rist [...] una specie di Wagner al femminile: visto che delle sue ”opere totali”, la Rist è al contempo regista, attrice, camera-woman, tecnico del suono, del montaggio etc, etc. Ma la caratteristica di questa scatenata artista è di trasformare anche i temi più cupi e scioccanti delle nostre quaresimali avanguardie in un fantastico e umoristico gioco. Prendiamo il sangue, per esempio: quello del ciclo mestruale, in particolare. Ebbene, non è un caso se il rosso-fuoco sia uno dei colori fondamentali nei video della Pipilotti (che sul sangue ha già girato un intero video), esattamente come il perenne rossetto spalmato sia sulle sue labbra che su quelle delle sue interpreti. ”Il nostro sangue”, filosofeggia la Pipilotti, ”è la vita. Il nostro corpo dona la vita, e questa, come il sangue, è un continuo flusso di parti in movimento”. Ed ecco che la Pipilotti può permettersi di scioccare il suo pubblico scaraventandogli davanti il corpo femminile in tutte le sue nudità: come in Mutafluor, un video del ’96, in cui la videocamera della Pipilotti scorre senza sosta dalla bocca aperta dell’interprete all’ano, e viceversa, in un continuo carosello di chiaro-scuri più giocosi che inquietanti. O ancora video come Mutafluor che sono proiettati direttamente sotto i nostri piedi; o l’installazione Ever is over all su due pareti che ingloba anche le sagome del pubblico. E una volta inghiottiti dalle calde immagini è facile spendersi in quel magico mondo dell’infanzia risognato dalla Pipilotti. Fracassando magari giulivi, come in Over all, i finestrini delle auto con un gigantesco fiore (mentre persino una poliziotta ci sorriderà contenta). O ritrovandosi in un aereo con Pamela (un altro video della Rist del 1994): una hostess a dir poco stravagante che vi costringerà a baciarle i piedi, recitandovi istruzioni di bordo quali ”anche se siete feriti, tra 5 minuti decolleremo; l’amore è poco chiaro, allacciatevi perciò le cinture”. O infine ridotti a gnomi (come in Una stanza del ’95) e sprofondati su un divano dalle gigantesche proporzioni per sorbirvi in tv le smorfie e gli occhioni azzurri di Pipilotti Rist. ”Perché l’importante”, dice la regina del Video Pipilotti, ”è ridare all’arte la capacità di divertirci, sognare, comunicare”. [...]» (Stefano Vastano, ”L’Espresso” 4/6/1998).