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 2004  settembre 15 Mercoledì calendario

SCHNBORN Christoph Skalken (Repubblica Ceca) 22 gennaio 1945. Cardinale. Arcivescovo di Vienna • «’ lui l’uomo del futuro”, disse il cardinale Angelo Scola, rivolto ad alcuni giornalisti, indicando Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e primate d’Austria

SCHNBORN Christoph Skalken (Repubblica Ceca) 22 gennaio 1945. Cardinale. Arcivescovo di Vienna • «’ lui l’uomo del futuro”, disse il cardinale Angelo Scola, rivolto ad alcuni giornalisti, indicando Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e primate d’Austria. La scena si svolgeva in piazza San Pietro, durante il Concistoro dell’ottobre 2003. Di fronte allo sguardo perplesso e sorpreso dei suoi interlocutori, il patriarca di Venezia aggiunse: ”E lo dico in ogni senso”. Conoscendone il distacco e il profilo studiatamente basso, Schönborn deve aver risposto con un sorriso soave e un po’ condiscendente. [...] uomo di grande cultura, teologo ferratissimo, studioso appassionato di filosofia e psicologia. Oltre al suo tedesco, parla correntemente molte lingue, fra cui l’italiano, l’inglese e il francese. predicatore elegante e immaginifico. Ha guidato con saggezza una grande diocesi, in anni difficili. Convinto assertore della dimensione universale della Chiesa, ha viaggiato e viaggia molto, gettando ponti soprattutto verso il mondo ortodosso dell’Est. rispettato da ebrei e musulmani. [...] famiglia aristocratica boema, che nel corso dei secoli ha regalato alla Chiesa cattolica ben 19 fra preti, monsignori e arcivescovi. Lo dice una biografia, che ha visto Christoph Schönborn raggiungere l’ordine domenicano nel 1963, a diciotto anni, ed essere ordinato sacerdote nel 1970 dal cardinale Franz König, il primate d’Austria che fu uno dei pilastri del Concilio Vaticano II, del quale il nostro ha sempre idealizzato l’impegno sociale e il coraggio di esprimersi apertamente su temi controversi. Racconta Heinz Nussbaumer, giornalista cattolico e confidente di Schönborn, che negli anni Sessanta, quando König giocava a tennis a Schrun, la città adottiva del giovane Christoph, questi ”cercava sempre di essere il raccattapalle del cardinale”. La forte personalità di König, secondo Nussbaumer, ebbe un’influenza frenante nei primi anni della carriera ecclesiastica di Schönborn, che ”solo dopo riuscì a sviluppare un proprio profilo autonomo”. Il futuro arcivescovo di Vienna avrebbe studiato all’Institut Catholique di Parigi e un anno a Ratisbona, nel 1972/73, sotto la guida di un maestro d’eccezione, che rispondeva al nome di Joseph Ratzinger. Aveva trent’anni, Christoph Schönborn, quando nel 1975 ottenne la cattedra di dogmatica cattolica all’Università di Friburgo. Dopo averlo nominato vescovo nel 1991, Giovanni Paolo II lo pose alla guida dell’arcidiocesi di Vienna quattro anni dopo. Una prova del fuoco, gettato nella mischia del più grave scandalo nella storia della Chiesa austriaca: Schönborn sostituiva Hans Groër, il cardinale pedofilo, accusato di aver abusato sessualmente per anni di decine di giovani seminaristi. Si mosse all’inizio con cautela, ma chiuse quella pagina vergognosa con le scuse personali ”per ogni cosa i miei predecessori e altri ministri del culto abbiano commesso contro il popolo, tradendone la buona fede”. E coraggio mostrò [...] di fronte al nuovo scandalo della pornografia in seminario, tollerata dall’arcivescovo conservatore di Saint Pölten, Kurt Krenn, poi costretto alle dimissioni. Schönborn non esitò a criticare l’iniziale riluttanza del Vaticano a indagare: ” triste che ci sia voluto tanto per agire, ma la Chiesa è più grande delle sue debolezze”. Papabile, il primate d’Austria è considerato dal 1996, quando Giovanni Paolo II lo invitò a predicare durante gli esercizi di Quaresima, segno inequivocabile di stima intellettuale e morale. Sul piano dottrinario, Schönborn è ritenuto conservatore, nemico di ogni apertura sul sacerdozio femminile o il matrimonio per i preti. stato con Ratzinger, l’antico maestro, uno degli estensori del nuovo Catechismo. Ma è anche uomo di mondo e sa conciliare il rispetto del dogma con la comprensione di chi devia: ”Non è facile per la Chiesa trovare la giusta via tra la protezione del matrimonio e della famiglia da un lato, e la compassione per le debolezze umane dall’altro”, ha detto nell’omelia per i funerali dell’ex presidente austriaco, Thomas Klestil. Ad ascoltarlo, c’erano anche la vedova e la moglie divorziata di quest’ultimo. Non a caso, il motto dello stemma di Schönborn recita ”Vos autem dixi amicos”, io vi chiamai comunque amici» (Paolo Valentino, ”Corriere della Sera” 9/4/2005).