Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  settembre 14 Martedì calendario

Re Giovanni

• Battista Borno (Brescia) 30 gennaio 1934. Cardinale. Capo della Congregazione per i Vescovi, il 30 giugno 2010 lasciò per raggiunti limiti d’età • «[...] il monsignore partito dalla baita in montagna del nonno per diventare il più ascoltato collaboratore di Giovanni Paolo II [...] Per oltre dieci anni è stato l’uomo di fiducia di Papa Wojtyla. L’unico, con il segretario monsignor Stanislao Dwisz, ad avere accesso quotidiano alle stanze papali. [...] silenzioso, riservato, odia la luce dei riflettori. Di lui non si ricordano interviste chilometriche, ritratti compiaciuti e ben orchestrati. un maniaco della precisione. Un lavoratore implacabile. Memoria di ferro. Conoscitore dei più segreti meccanismi della macchina di governo papale. Il più perfetto esemplare di manager curiale, dicono gli avversari. ”Monsignor Efficienza”, l’ha definito ”Le Monde”. Dietro i ritratti ufficiali si nasconde però un uomo di forti passioni, l’opposto del gelido burocrate. ”Un lombardo dal carattere forte, che non parla per slogan, va dritto al cuore delle questioni”, lo descrive il senatore Guido Folloni che lo conosce dai tempi in cui dirigeva ”Avvenire”. La prima passione di Re è la Chiesa, che serve con dedizione. L’altra è la politica, in continuità con la scuola di due grandi predecessori che hanno gicato un ruolo decisivo sullo scacchiare italiano. Il primo è Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, bresciano come Re, braccio destro di Pio XII, che diede il via libera alla nascita della Dc di De Gasperi sconfiggendo chi in curia avrebbe preferito un partito cattolico di destra. Il secondo è Giovanni Benelli, sostituto di Paolo Sesto negli anni ”70, l’uomo che portò Re in segreteria di Stato, arcivescovo di Firenze e superpapabile dei due conclavi del ”78, punto di riferimento in un momento di contestazione dentro e fuori il mondo cattolico [...] Re invece si è trovato a gestire gli anni ”90 di Tangentopoli e della spaccatura della galassia democritiana in mille partitini. ”L’italiano della segreteria di Stato ha sempre avuto una grande influenza sulla politica”, dice Gennaro Acquaviva, negli anni ”80 ”ambasciatore” di Craxi in Vaticano. ”Ma rispetto ai Casaroli e ai Silvestrini, Re appartiene a un’altra stagione. una persona che considera un valore dire la verità e parla con franchezza. [...]”. In ogni momento cruciale, la scissione tra i popolari e Rocco Buttiglione, la nascita dell’Ulivo, il tentativo di Berlusconi di accreditarsi come erede della Dc, c’è qualcuno che è andato in pellegrinaggio dal Sostituto per un consiglio o semplicemente per vantare un contatto in Vaticano. Dal punto di vista politico Re è un centrista moderato, preoccupato dalla divisione dei cattolici, ma non un nostalgico della Dc. duttile, se la situazione lo richiede cambia strategia. Parla con tutti, obbligando gli interlocutori al segreto. Però qualcosa ogni tanto trapela. Si sa per esempio che fu il grande sponsor del tentativo di Martinazzoli di salvare la Balena Bianca. Sono noti i suoi rapporti con Francesco Cossiga, Gianni Letta, Romano Prodi e con un altro illustre bresciano, il banchiere Giovanni Bazoli. In vaticano è stato tra o primi a dialogare con Botteghe Oscure. Nell’aprile ”97 si parlò di un suo incontro con Massimo D’Alema nella residenza dell’ambasciatore Bruno Bottai. [...]» (Marco Damilano, ”Sette” n. 39/2000).