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 2004  settembre 13 Lunedì calendario

GAROFANO

GAROFANO Luciano Roma 5 maggio 1953. Ex carabiniere (congedo nel novembre 2009). Laureato in Biologia nel 1976 alla Sapienza di Roma, si è specializzato all’Università di Napoli in tossicologia forense. Nel 1978 si è arruolato nei Carabinieri e fino al 1988 ha comandato la Sezione chimico-biologica del Centro carabinieri investigazioni scientifiche di Roma. Dall’88 al ”95 ha guidato la Sezione biologia dello stesso centro. Nel 1992 si è occupato anche delle indagini sulla strage di Capaci. Dal 1995 è stato alla guida del Ris di Parma • «Tenente colonnello, responsabile del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma. Un uomo visto passare molte volte in televisione - in tuta bianca e in divisa - mentre effettua sopralluoghi sulle scene di delitti molto difficili da risolvere, e molto combattuti tra accusa e difesa. Le storie della cronaca italiana che poi si trasformano in casi giudiziari celebri, transitando per questi laboratori dove si cerca la verità, la ”prova certa” da consegnare ai giudici. Con una filosofia di fondo che Garofano spiega così: ”Il delitto è sempre una forma di catastrofe personale, che solo nella possibilità di istruire e celebrare un processo giusto ed equo al presunto colpevole può trovare una ricomposizione, almeno parziale”. Così, da queste stanze è passato un pezzo della nostra storia recente, assieme alle nostre paure collettive. Il serial killer Bilancia, il bambino di Cogne, i due ragazzi di Novi Ligure. Il giovane che confessa a una trasmissione tv di aver ucciso padre, madre e fratello, a Parma, dieci anni prima. Una contessa che muore cadendo dalla scogliera, a Portofino. E le altre storie meno famose, donne che uccidono i mariti e fingono un’aggressione di albanesi, bambine violentate e ammazzate, tabaccai aggrediti da bande di rapinatori slavi. Alcune indagini sono [...] finite in un libro che si intitola Delitti imperfetti. Sei casi per il Ris di Parma, edito da Marco Tropea [...] un mestiere nato per caso: ”Volevo fare il biologo, e basta. Ma ero figlio di un ufficiale dei carabinieri, e nonostante le iniziali resistenze, alla fine sono diventato carabiniere anche io, scoprendo un bel giorno che potevo così sposare due mondi: l’Arma, e la biologia”. La prima macchina che vide nel laboratorio della scientifica fu ”un gascromatografo, utilizzato per analizzare la diossina di Seveso. Uno strumento raro, per il 1977”. [...]» (Brunella Giovara, ”La Stampa” 13/9/2004).