Elisa Vallinotto, Macchina del Tempo, settembre 2004 (n.9), 11 settembre 2004
Lonesome George, solitario George. Sì, perché oltre a essere l’ultimo esemplare della sua specie (Geochelone elephantopus abingdoni), la tartaruga delle Galápagos George non trova moglie
Lonesome George, solitario George. Sì, perché oltre a essere l’ultimo esemplare della sua specie (Geochelone elephantopus abingdoni), la tartaruga delle Galápagos George non trova moglie. Inutili sono stati i tentativi degli scienziati del Charles Darwin Research Center, il centro delle Galápagos che lo ospita. Ha respinto tutte le femmine che gli sono state presentate, accuratamente scelte tra le sottospecie delle isole vicine che più gli somigliavano morfologicamente. Solo una, tra le tante, è riuscita ad attrarre la sua attenzione e a conquistarlo. Ma purtroppo non ha deposto uova dopo l’accoppiamento. E così George sembra destinato a restare il solo e l’ultima della sua sottospecie. Una speranza potrebbe arrivare da uno studio effettuato dalla dottoressa Adalgisa Caccone, dell’Università di Yale, che ha analizzato il Dna di tutte le specie di tartaruga esistenti nelle Galápagos. I risultati hanno riservato una sorpresa: le tartarughe più simili a George dal punto di vista genetico non sono quelle delle isole più vicine, ma quelle, morfologicamente abbastanza diverse, delle isole più lontane. La speranza, quindi, è che questa scoperta apra la strada a un incontro d’amore tra George e una delle lontane pretendenti. E che questa volta l’atto d’amore porti anche qualche piccolo George, che conservi, almeno in parte, il suo patrimonio genetico. Ma perché George è solo, perché è l’unico della sua specie? Il declino di questi rettili inizia molti anni fa. Nel Seicento i pirati usavano le isole per fare rifornimento di acqua e viveri: catturavano le tartarughe e le tenevano nelle stive per mesi, dove resistevano a lungo senza cibo né acqua. E così l’equipaggio poteva mangiare carne fresca. Ma non furono solo i cacciatori a decimare le tartarughe. Una parte importante l’hanno avuta anche gli animali introdotti dall’uomo: cani, gatti e topi hanno distrutto nidi e fatto strage di tartarughine appena nate e ancora indifese. Le capre, poi, hanno fatto razzia di vegetazione, sottraendo cibo ai parenti di George. NOME: Geochelone elephantopus abingdoni CLASSE: Rettili famiglia: Testudinidae habitat: originario dell’Isola di Pinta, nell’arcipelago delle Galápagos, oggi vive in cattività. dimensione: pesa 88 chili e il suo carapace è lungo 102 centimetri. età: George ha tra i 70 e gli 80 anni, ma questi animali possono vivere anche fino a 150 anni. particolari: si pensa che gli antenati di George siano state tartarughe sudamericane di medie dimensioni, diventate poi sempre più grandi, date l’abbondanza del cibo e l’assenza di predatori.