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 2004  settembre 11 Sabato calendario

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Osservatorio di astrofisica di Arcetri, entro il 2020, a causa dell’inquinamento luminoso, in nessun luogo d’Italia sarà possibile vedere le stelle

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Osservatorio di astrofisica di Arcetri, entro il 2020, a causa dell’inquinamento luminoso, in nessun luogo d’Italia sarà possibile vedere le stelle. E pensare che in una notte limpida, lontano dai centri abitati, di stelle se ne potrebbero vedere circa quattromila! Purtroppo, però, in città, l’atmosfera carica di vapori e polveri e l’inquinamento luminoso limitano a poche decine gli astri visibili senza l’aiuto di strumenti. Nella nostra galassia le stelle sono duecento miliardi: quella più grande nota è VV Cephei, del diametro di circa 2.400 volte quello del Sole. Attorno alle stelle possono orbitare pianeti, come i 9 del nostro sistema solare. Si conoscono circa 100 stelle dotate di pianeti nella nostra galassia. Certo se veramente tra soli sedici anni non si potranno più vedere le stelle sarà un brutto colpo per tutti, sognatori e no. Nella speranza che il progresso riesca a fermare questo processo, almeno questa notte, 10 agosto, San Lorenzo, cerchiamo di goderci la pioggia di stelle cadenti che illuminerà i nostri cieli. Anche se in realtà, quelle che vediamo, non sono proprio stelle. Si tratta infatti dei detriti di una cometa, la Swift-Turtle (dal nome dei due astronomi che nel 1862 la scoprirono). L’orbita di questa cometa, una volta l’anno, intorno al 10 agosto, incrocia quella della Terra. I detriti della Swift-Turtle entrano in contatto con la nostra atmosfera a velocità di decine di chilometri al secondo e s’incendiano. Ed ecco spiegato perché il 10 agosto si vedono tante stelle cadenti. La cometa vera e propria, invece, passerà vicino alla Terra, rischiando anche la collisione con il nostro pianeta, nel 3044. E quella potrebbe essere una notte piena di lacrime. Come quelle di Lorenzo, il santo vissuto nel III secolo che, dopo un lungo martirio, morì nel dolore il 10 agosto. Sono le sue lacrime quelle che vagano eternamente nei cieli, e che, come vuole la tradizione, scendono sulla Terra la notte della sua morte a dare speranza e sogni a chi ricorda il martirio di Lorenzo. Un’altra tradizione dice invece che le stelle del 10 agosto sono i fuochi di San Lorenzo, perché ricordano le scintille della graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, scintille poi volate in cielo. Anche se Lorenzo morì decapitato.