Maurizio Zaccherotti, Macchina del Tempo, settembre 2004 (n.9), 11 settembre 2004
Speculazione edilizia, subsidenza naturale o indotta, sistemi dunali asportati, colonie di posidonia in diminuzione (vedi ”Macchina del Tempo” di agosto), cicli sedimentari alterati dalle attività antropiche e clima instabile
Speculazione edilizia, subsidenza naturale o indotta, sistemi dunali asportati, colonie di posidonia in diminuzione (vedi ”Macchina del Tempo” di agosto), cicli sedimentari alterati dalle attività antropiche e clima instabile. Ecco gran parte delle cause del cosiddetto ”fenomeno erosivo” che ogni anno ”mangia” il 22% delle coste italiane sottraendo alle spiagge da 50 a 200 centimetri di sabbia. Che fare? Un aiuto importante arriva dal Telerilevamento satellitare, una tecnologia scientifica innovativa in via di sviluppo. Leonardo Disperati, professore del centro di Geotecnologie dell’Università di Siena, che si occupa di Telerilevamento applicato alla difesa del suolo, spiega come funziona. Che cos’è il Telerilevamento satellitare e qual è il suo funzionamento? «Il Telerilevamento satellitare si basa sull’impiego di dati e immagini digitali acquisiti attraverso sensori alloggiati su appositi satelliti. Tali sensori possono essere considerati come degli ”occhi” che osservano la superficie terrestre e consentono di ottenere immagini estremamente dettagliate». è possibile utilizzare il Telerilevamento nella lotta all’erosione costiera? «Certamente sì. Ovviamente il Telerilevamento rappresenta una delle risorse da utilizzare per lo studio del fenomeno. La dinamica delle coste può essere monitorata essenzialmente seguendo due approcci di misura distinti, quello diretto e quello indiretto. Il primo si basa sull’uso, in sito, di strumenti topografici per valutare la posizione della linea di costa attraverso procedure ”consolidate” e senz’altro molto accurate ma che, per i tempi d’esecuzione e i costi, possono essere utilizzate solo su aree specifiche di limitata estensione. L’approccio indiretto, invece, può essere impiegato su aree molto più vaste e prevede l’utilizzo del Telerilevamento, basato sull’uso di immagini satellitari ad alta risoluzione spaziale come quelle QuickBird e Ikonos, oppure tramite immagini aeree o il Lindar (acronimo di Light Detection and Ranging): un avanzato strumento di misura basato sull’uso del laser, che consente di ottenere la topografia dell’area costiera con dettaglio molto superiore a quanto si può realizzare tramite i tradizionali approcci di misura diretta». Nelle aree erose si verificano molti altri problemi: quali benefici porterebbe l’utilizzo del Telerilevamento? «I vantaggi sono tanti: pensiamo, ad esempio, alla vegetazione arborea e arbustiva delle aree dunali, molto frequenti nel territorio italiano, che risente in modo diretto di eventuali processi di arretramento della linea di costa. Con il Telerilevamento potremmo monitorare e controllare le variazioni della vegetazione presente nella duna. L’erosione costiera provoca inoltre, in alcuni casi, problemi enormi alle strutture (abitazioni, stabilimenti, ecc.): il Telerilevamento potrebbe fornire informazioni dettagliate per agevolare le amministrazioni locali». Maurizio Zaccherotti