Federico Ferrazza e Nicola Nosengo, Macchina del Tempo, settembre 2004 (n.9), 11 settembre 2004
1. QUARTO POTERE
di Orson Welles (1941)
Ascesa e caduta di un magnate dei media. Orson Welles si ispira alla storia di William Randolph Hearst per raccontare la vita di Charles Foster Kane, multimiliardario editore di giornali, self-made man che accumula un’immensa fortuna ma muore solo, rimpiangendo l’innocenza della sua infanzia.
2. Il marchese
del grillo
di Mario Monicelli (1981)
La ricchezza è anche noia,
specie quando non bisogna lavorare per procurarsela.
E il protagonista, nobile della Roma papalina dei primi dell’Ottocento (interpretato
da Alberto Sordi), si distrae
come può. Scherzi feroci
ai danni di chiunque gli capiti
a tiro, compreso il Papa.
E quando ne ha l’occasione, organizza uno scambio
di persona con un poveraccio
che gli somiglia come una goccia d’acqua. Se ne vedono delle belle.
3. Una poltrona
per due
di John Landis (1983)
Cosa distingue un ricco da un povero? Se lo chiedono i due ricchi zii del protagonista, interpretato da Dan Aykroyd, che per scommessa scambiano la vita del nipote, cresciuto tra campi da golf e listini di borsa, con quella di uno spiantato Eddie Murphy. Nel giro di poche settimane Murphy diventa un perfetto gentleman, Aykroyd un criminale: i geni contano quindi meno dell’ambiente. Ma, scoperto
il trucco, i due si alleano
per ridurre sul lastrico gli zii.
4. Wall Street
di Oliver Stone (1987)
Il film simbolo dei rampanti anni 80. Un giovane ambizioso
volta le spalle alla classe operaia e all’America di provincia
da cui proviene e tenta di dare
la scalata a Wall Street. Ben presto scopre che per farlo deve mettere da parte la coscienza.
Michael Douglas interpreta lo spietato magnate Gordon Gekko.