Macchina del Tempo, settembre 2004 (n.9), 11 settembre 2004
Ho letto con molto interesse la cover story di agosto, dedicata ai Giochi Olimpici. In merito ho una domanda da farvi: quanti record del mondo potranno ancora essere stabiliti durante questa Olimpiade? L’uomo è ormai sempre più vicino ai propri limiti? Marco Russo - Napoli Caro Marco, l’essere umano, come tutte le specie viventi, è in continua evoluzione
Ho letto con molto interesse la cover story di agosto, dedicata ai Giochi Olimpici. In merito ho una domanda da farvi: quanti record del mondo potranno ancora essere stabiliti durante questa Olimpiade? L’uomo è ormai sempre più vicino ai propri limiti? Marco Russo - Napoli Caro Marco, l’essere umano, come tutte le specie viventi, è in continua evoluzione. Nonostante cento anni siano pochi per vedere un significativo cambiamento nel progresso umano, le prestazioni sportive hanno avuto un netto progresso. Basta pensare, ad esempio, che in un secolo il record del mondo di salto in lungo è stato migliorato di ben 1 metro e 34 centimetri! Eppure, effettivamente, sembra proprio che ci stiamo avvicinando a un limite oltre il quale non è più possibile andare. Ad esempio, pensiamo al salto in alto: alcuni traumatologi americani sostengono che le ossa e i tendini della caviglia non sono in grado di sostenere una spinta del salto superiore a 2,50 m. Questo vuol dire, perciò, che l’uomo può migliorarsi ancora di 5 centimetri, se andiamo a considerare il record del mondo di 2,45 m stabilito dal cubano Javier Sotomayor nel 1993. Cinque centimetri di margine si hanno, secondo gli studiosi, anche nel salto in lungo, dove sembra impossibile andare oltre i 9 metri (l’attuale record stabilito da Mike Powell nel 1991 è 8,95 m): l’impatto all’arrivo sulla sabbia spezzerebbe di netto il collo del femore. Passiamo alla corsa: il record del mondo dei 100 metri piani si potrebbe migliorare ancora solo di 18 centesimi di secondo. L’attuale primato, stabilito da Tim Montgomery (che tra l’altro ora è pure accusato di doping) è infatti di 9,78 secondi e il limite per gli studiosi è di 9,6. Perché? Le leggi della biomeccanica non lasciano molto spazio a dubbi: a 43 km/h uno sprinter subisce a ogni falcata uno shock di 3G, cioè tre volte la forza con cui un corpo è attratto verso il centro della terra; inoltre il contatto col terreno e la velocità causerebbero la rottura delle ossa delle gambe e di alcuni tendini. Se, comunque, vuoi saperne di più, continua a leggerci: potremmo sempre dedicare un servizio proprio su questo argomento, magari alla luce dei più significativi record stabiliti ad Atene.