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 2004  settembre 09 Giovedì calendario

Kasper Walter

• Heidenheim/Brenz (Germania) 5 marzo 1933. Cardinale. Studi di filosofia e teologia a Tubinga e Monaco, ordinato prete nel ”57, nel ”61 diventa dottore in Teologia a Tubinga e per tre anni è assistente di Leo Scheffczyk e Hans Küng. Poi insegna Dogmatica a Münster e , dal ”70 all’89, a Tubinga. Intanto inizia a occuparsi di ecumenismo. Nell’89 è ordinato vescovo di Rottenburg-Stoccarda. Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 febbraio 2001, pochi giorni dopo viene nominato presidente del Pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani • «[...] nel 2001 Karol Wojtyla gli affidò le chiavi del Pontificio consiglio del quale già da due anni era segretario: Kasper è figura che più di altre rassicura il mondo cristiano e insieme giudaico. Scrive infatti Daniel Deckers, redattore della Frankfurter Allgemeine Zeitung e biografo prima del cardinale Karl Lehmann e, più recentemente con la pubblicazione di ”Wo das Herz des Glaubens schlägt. Die Erfarhung eines Lebens” – del cardinale Kasper, che la chiamata del teologo tedesco a Roma, ”assai apprezzato nell’ambito dell’ecumene”, ha costituito ”un segnale tanto per gli avversari che per i sostenitori di ambedue le parti: Roma intende restare fedele al progetto di comprensione e di avvicinamento, sulla via del dialogo teologico”. Kasper era tutto questo: era il giovane docente di Teologia dogmatica a Monaco che nel ”67 fu accolto nella commissione internazionale per il dialogo luterano- cattolico e, successivamente, fu immortalato mentre abbracciava Ismael Noko, segretario della federazione luterana mondiale. Insieme, era il teologo della Germania post conciliare, quella che nella chiesa cattolica più spingeva per aperture non solo verso i cristiani separati ma anche verso il giudaismo. ”Nessuno meglio di un tedesco riusciva a incarnare le spinte ecumeniche fondamentali per la chiesa post conciliare”, ha infatti spiegato al Foglio un porporato di curia. ”Dopo la stagione dell’olandese Johannes Willebrands e dell’australiano Edward Idris Cassidy, da più parti si fece presente a Wojtyla che l’ecumenismo necessitava di un tedesco”. Non sempre i rapporti tra Ratzinger e Kasper sono stati buoni. L’ha detto nel 2008 lo stesso Ratzinger quando fece a Kasper gli auguri per i 75 anni: ”Non sempre siamo stati della medesima opinione ma ci siamo sempre saputi insieme nel cammino al servizio di Cristo e della chiesa”. La divergenza di opinione è anche relativa al concetto di ecumenismo: più improntato alla necessità che le varie chiese si riconoscano unite ”cum e sub Petro” quello di Ratzinger, più propenso a far sì che le chiese dialoghino pur senza riconoscersi legate a Roma quello di Kasper. [...]» (Paolo Rodari, ”Il Foglio” 21/1/2010) • «[...] è [...] considerato in Vaticano quasi un progressista rispetto alle posizioni conservatrici rivelate dal Ratzinger cardinale. E forse è l’unico, dentro la curia vaticana, capace di tenere testa al Papa sul suo terreno privilegiato, quello dell’alta teologia. [...]» (’la Repubblica” 25/11/2006).