9 settembre 2004
Tags : Samira. Bellil
Bellil Samira
• Nata ad Algeri (Algeria) il 24 novembre 1972, morta a Parigi (Francia) il 7 settembre 2004. Scrittrice. «Via dall’inferno, è il titolo del libro choc che a ottobre del 2002 aveva commosso la Francia e a marzo 2003 era arrivato in Italia tradotto da Fazi. L’autrice era Samira Bellil, una giovane di origine algerina che aveva vissuto nelle ”cities” di Parigi, che all’inferno era andata davvero. Poi con tenacia, grinta, amore per la vita e tanta voglia di farcela, dallo squallore di stupri, droga, violenza, fumo e amori dannati era tornata davvero. Per non farvi più ritorno. Anzi con la voglia di aiutare le sue coetanee che in quel buco nero stavano per precipitare. ”Vorrei dire a tutte coloro che hanno subito il mio orrore che esiste sempre la speranza di uscirne fuori”. E per aiutarle concretamente aveva fondato l’associazione ”Ni putes ni soumises”, né puttane né sottomesse, che portò nelle strade di Parigi 30.000 donne a manifestare contro la violenza. [...] Malgrado il suo racconto fosse rigorosamente autobiografico, Samira faceva parte di quei giovani arabi la cui testimonianza può essere considerata, a tutti gli effetti, una prova letteraria capace di attrarre il lettore proprio per l’intensità del dolore che sono capaci di trasmettere e per la forte denuncia sociale che contengono. Il libro di Samira apparteneva a tutto questo. [...] Figlia di genitori molto poveri, Samira - come racconta in Via dall’inferno - era stata affidata a genitori adottivi in Belgio. Poi il ritorno dai suoi parenti naturali e l’impatto con una realtà diversa dominata dalle restrizioni di una educazione che non concede nulla alle donne. Inevitabile lo scontro e il rifiuto di sottomissione alle leggi del padre-padrone. Samira si ribella alla bivalenza delle due tradizioni che convivono in lei, quella francese impartita nelle scuole, e quella musulmana in casa. Finché a 14 anni, l’amore per il ragazzo capobanda che la trascina nel primo stupro di gruppo a cui segue l’inferno, appunto» (Giuseppina Rocca, ”Il Messaggero” 8/9/2004).