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 2004  settembre 07 Martedì calendario

Bernhardt Lehemann, insegnante d’inglese al Liceo Paul Klee di Gersthofen, insieme ai suoi alunni s’è messo a spulciare negli archivi della città per risalire ai parenti degli schiavi di Hitler e chiedere loro scusa di persona

Bernhardt Lehemann, insegnante d’inglese al Liceo Paul Klee di Gersthofen, insieme ai suoi alunni s’è messo a spulciare negli archivi della città per risalire ai parenti degli schiavi di Hitler e chiedere loro scusa di persona. Con una colletta organizzata dalla scuola, offrirà un rimborso simbolico di 750 euro ciascuno (è riuscito a raccogliere 60 mila euro). I primi destinatari saranno gli emiliani Giorgio Gregorio e Menenio Marazzi (di Castelnovo Monti): due avieri catturati dai tedeschi in Italia e deportati in Germania per lavorare nelle industrie chimiche dal 1943 al 1945. Gli italiani deportati nelle fabbriche tedesche sono stati almeno 500 mila. In particolare: 100 mila a Monaco; 70 mila ad Amburgo; 14 mila a Graz; 6 mila in Carinzia; 40 mila a Vienna, 10 mila a Stoccarda, 130 mila a berlino 150 mila a Colonia, 40 mila a Dresda. Recentemente la Repubblica Federale tedesca s’è detta disponibile a risarcire sopravvissuti ed eredi (fino a 4 miliardi di dollari). Unica formalità: il governo deve farne espressa richiesta. L’unico a farsi vivo con Berlino è stato finora quello polacco, che ha avuto 2 milioni di deportati (520 mila i sopravvissuti).