Lettere estratte da Caro duce. Lettere di donne italiane a Mussolini 1922-1943, Rizzoli, Milano 1989, 6 settembre 2004
Mio figlio benito Duce, perdonerete mai la Sardegna il cui figlio degenere ha tentato alzare su di Voi la mano assassina? (Il 3 febbraio un anarchico sardo era stato arrestato e condannato a morte perché accusato di voler fare un attentato a Mussolini ndr)
Mio figlio benito Duce, perdonerete mai la Sardegna il cui figlio degenere ha tentato alzare su di Voi la mano assassina? (Il 3 febbraio un anarchico sardo era stato arrestato e condannato a morte perché accusato di voler fare un attentato a Mussolini ndr). Voluto ha il cielo che quest’uomo malvagio i suoi propositi non potesse realizzare: altrimenti per la nostra povera Isola che macchia indelebile, che dolore supremo! Nata da valoroso soldato di quella brigata Sassari che ha fatto conoscere il coraggio delle nostre genti a tutta l’Italia sono orgogliosa, o Duce, di essere moglie di una camicia nera volontaria per il plotone di fucilazione alla schiena del traditore assassino. Dev’essere mano venuta da quest’isola a dare la morte a chi tentò di alzare la sua mano sacrilega sull’Uomo che la Provvidenza ci ha mandato. Solo così ancor prima che quel corpo diabolico vada disfacendosi sarà dispersa ogni sua traccia. Qui è nato ma ben poco vi ha vissuto - subito portato dal suo istinto malvagio alle cattive frequentazioni nel continente e agli oziosi soggiorni nell’America. (...) La sua addolorata sorella giustamente ha chiesto il cambio del nome di famiglia con altro non macchiato da così terribile colpa. Ma come può essere nato dalla nostra carne, fatto di sangue e di nervi come noi siamo, un mostro che odia a tal punto da voler colpire il solo Uomo che la Provvidenza ci ha donato per la salvazione? Duce, vogliate ancora perdonarci e credere che nessuna figura umana è superiore a Voi nel nostro cuore. Per dimostrarVelo prenderà il Vostro nome o quello della Vostra devotissima sposa se sarà femmina la creatura che sto per mettere il (sic, ndr) mondo. Cesarina D., Alghero, giugno 1931