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 2004  settembre 05 Domenica calendario

Il petrolio ha dato una mano a salvare le balene. La cosa può fare inorridire gli ambientalisti, ma nella seconda metà dell’800 furono la sua scoperta e il suo sfruttamento a interromperne la mattanza

Il petrolio ha dato una mano a salvare le balene. La cosa può fare inorridire gli ambientalisti, ma nella seconda metà dell’800 furono la sua scoperta e il suo sfruttamento a interromperne la mattanza. Vediamo come andò. All’alba della rivoluzione industriale l’olio di balena era un prodotto importantissimo, usato principalmente come combustibile per le lampade da illuminazione, ma anche per il riscaldamento, la lubrificazione, per fare sapone, tinte da stoffe e vernici. Generalmente si ricavava dal corpo dei cetacei, ma il migliore era lo spermaceti, che si trova solo nella testa dei capodogli. Esposto all’aria, lo spermaceti solidifica, per questo al tempo si usava per fare candele che bruciavano senza fumo, considerate le migliori mai prodotte. Nel XIX secolo quella baleniera era un’industria molto importante, e gli Stati Uniti erano i più forti del settore. Gli americani cacciavano i cetacei dal 1712, ma l’industria decollò solo nel 1815. E da allora crebbe senza sosta: nel 1833 c’erano 392 navi baleniere, nel 1846 erano diventate 735, cioè l’80% della flotta mondiale. Ogni anno si producevano 4-5 milioni di galloni di spermaceti e 6-10 milioni di galloni di olio di balena comune. Una pacchia. Però le balene incominciarono a scarseggiare. Erano stati introdotti metodi di caccia più efficaci, come gli arpioni esplosivi, e le navi erano diventate più veloci, spinte dal vapore, e quindi di cetacei se ne uccidevano di più, ma se ne trovavano meno. Inoltre, la domanda cresceva rapidamente, e il prezzo dell’olio di balena comune passò dai 9 cents per litro del 1825 ai 25 cents per litro del 1855. Il primo passo verso la salvezza delle balene, e il successo dei petrolieri, lo fece nel 1849 un geologo canadese, Abraham Gesner. Il dottor Gesner trovò un metodo per distillare kerosene dal petrolio. Fino a allora si ricavava dal carbone, ma costava molto, mentre il metodo del canadese sfruttava una materia sino allora creduta inutile o addirittura fastidiosa. Rispetto all’olio di balena, poi, era molto più economico, non puzzava, e non si guastava. Appena le lampade a kerosene si diffusero in America, il prezzo dell’olio di balena crollò: lo spermaceti passò dal picco di 47 cents per litro del 1856 agli 11 cents per litro del 1896. Le balene erano salve, o quasi.