L’Indipendente 5/09/2004, 5 settembre 2004
Arriva il fuoriclasse JD Rockefeller arrivò nel business del petrolio nel 1862, a soli 23 anni. Era giovane, ma la sapeva già lunga: aveva iniziato a lavorare a 12 anni allevando tacchini e reinvestendo i soldi nei prestiti a strozzo
Arriva il fuoriclasse JD Rockefeller arrivò nel business del petrolio nel 1862, a soli 23 anni. Era giovane, ma la sapeva già lunga: aveva iniziato a lavorare a 12 anni allevando tacchini e reinvestendo i soldi nei prestiti a strozzo. A nemmeno 20 anni aveva già la sua agenzia di commercio di granaglie a Cleveland, dove viveva, che prosperava (anche grazie al rialzo dei prezzi causato dalla guerra di Secessione). Inoltre aveva già coniato il suo motto, che non tradirà mai: «Invece di diventare schiavo del denaro farò diventare il denaro mio schiavo». JD dell’affarista di gran razza possedeva tutte le qualità: fantasia, spregiudicatezza, lungimiranza. Dal padre, truffatore (vendeva cure contro il cancro, fasulle), ereditò la dialettica persuasiva; dalla madre, devota e bigotta, la fiducia cieca nelle proprie idee e un’ossessiva morigeratezza nei costumi. Nel 1863 Cleveland venne collegata alla Pennsylvania dalla ferrovia, e J.D. Rockefeller decise istantaneamente che le granaglie non gli davano prospettive sufficientemente vaste: meglio il petrolio, ora a portata di mano, che finalmente si poteva spedire a New York, collegata a Cleveland da altre due linee. Con un socio si trasferì a Oil City e subito comprese che l’affare non era l’estrazione, ma la raffinazione e il trasporto. Era lì il collo d’oca del mercato. Era lì che si poteva puntare al monopolio. Mise su una piccola raffineria, poi percorse in lungo e largo i campi petroliferi. Comprando a buon mercato, raffinando e rivendendo gli furono sufficienti tre anni per mettere da parte 100.000 dollari. Intanto l’oculatezza di JD diventava leggenda: i barili, per risparmiare, se li faceva da sé. Il legname necessario lo essicava, perché secco pesava meno e i trasporti si pagavano al chilo. Nel far soldi era un genio, e come tutti i geni mal sopportava la presenza nella sua società di altri soci. Propose ai compagni di ingrandirsi, ma questi nicchiavano, e allora, con un’asta estenuante, comprò le loro quote per 72.500 dollari, tutti i suoi averi. Nel 1866 con suo fratello William aprì la Standard Works, un’altra raffineria, a Cleveland. Nel 1868 erano già i maggiori raffinatori del mondo, e con assoluta diligenza evitavano ogni spreco. La Standard continuava a far costruire dai propri operai i barili, a produrre in proprio acido solforico per la raffinazione, a comprare i magazzini anziché affittarli, e come chiusura del cerchio, vennero acquistati pure i carri cisterna ferroviari. Non solo, la Standard iniziò anche a vendere i sottoprodotti della raffinazione: olii lubrificanti che sostituirono quelli di origine animale, paraffina e vaselina per preparazioni cosmetiche.