Varie, 6 settembre 2004
Tags : Enzo Castellari
Castellari Enzo
• G (Enzo Girolami) Roma 29 luglio 1938. Regista. Di B-Movies • «Giravamo un inseguimento nel traffico. La macchina con i delinquenti andava velocissima, io ero dietro con il camera-car. La polizia ci aveva autorizzati, ma i carabinieri non sapevano nulla: quando videro i mitra sporgere dai finestrini si lanciarono a sirene spiegate. Io dal camera-car agitavo il ciak: ” un film! un film!”. Ma il rumore dell’assicella di legno era terribilmente simile a quello di uno sparo [...] Abbiamo sfiorato la tragedia! [...] l’unica differenza tra i nostri film e quelli di Tarantino è che il suo sangue è più rosso e schizza più lontano [...]» (Paola Manciagli, ”la Repubblica” 6/9/2004) • « un giorno di agosto e il New Beverly Theater, un cinema nel cuore di Hollywood rilevato e gestito da Quentin Tarantino, è affollato di gente accorsa per vedere Inglorious Bastards, o meglio, Quel maledetto treno blindato. Molti, anzi, sono rimasti fuori e stanno informandosi su quando ci sarà un’altra proiezione. Ma ecco, arriva Enzo Castellari ed è un trionfo: ”Enzo! - urlano -. Enzo!”. Poi qualcuno annuncia che oggi è il suo compleanno e l’intera sala si mette a cantare: ”Happy Birthday to you, Happy Birthday Dear Enzo”. Enzo? Castellari? Per molti italiani un nome che non significa granché, i suoi successi come regista, da Fuga dal Bronx a Vado l’ammazzo e torno piuttosto che Il cittadino si ribella risalgono agli anni ”60 e ”70. Tra i suoi lavori c’è anche Quel maledetto treno blindato (in inglese avrà il titolo Inglorious Bastards, appunto), un film che ha ossessionato e affascinato Tarantino sin da quando nel 1978 aveva letto la prima recensione del film su Variety. ”My master”, Tarantino ha chiamato Castellari quando lo ha incontrato per la prima volta. E così continua rivolgersi a lui, ”mio maestro”. E non si è limitato ad esibire il film nel suo cinema, ma [...] ha comprato da Castellari i diritti per un remake di questa storia ambientata nella seconda guerra mondiale. [...] ”Ma ti rendi conto? - si domanda ancora incredulo Castellari -. Tra migliaia e migliaia di film possibili proprio il mio è andato a scegliere!”. [...]» (Lorenzo Soria, ”La Stampa” 20/8/2008).