6 settembre 2004
GLAVIANO Marco.
GLAVIANO Marco. Nato a Palermo nel 1942. Fotografo. «Lo si può considerare, a ragione, l’inventore del moderno sexy calendario, visto che in vent’anni ne ha firmati circa 60. [...] ”all’inizio si tendeva a fotografare la ragazza più bella del momento, oggi si tende a immortalare la più nota. [...] I calendari sono uno strumento utilissimo per sbirciare tra i sogni di un’epoca. E poi abbiamo tutti bisogno di un momento di svago e alleggerimento. Perché negarcelo?”» (Monica Bogliardi, ”Panorama” 11/9/2003). «L’uomo più invidiato del mondo [...] Il suo mestiere è fotografare. Ritrarre le ragazze nude, seminude, vestite e compagnia bella. Ritrae anche uomini e paesaggi, ma chissà perché vengono in mente sempre e solo le gambe, i seni, i visi perfetti [...] ”La maggior parte delle modelle sono brutte, le belle sono pochissime”. Che? ”Sono brutte, anzi bruttissime [...] e non mi capacito come abbiano potuto far carriera ’ste bruttone [...]” [...] sostiene di aver cominciato a fotografare a 5 anni, ”foto di moda già allora [...] i modelli erano i miei genitori, poi mia sorella”. Pare che quelle foto infantili siano bellissime, ”le ho ritrovate e, prima o poi, le pubblicherò”. [...] fotografava per hobby e studiava architettura e suonava il jazz. Il suo strumento era il vibrafono. Girava la Sicilia e l’Italia con il suo gruppo. Il suo idolo era il grande Milt Jackson. Quando Jackson suonava in Sicilia, Marco lo portava in giro; quando si è trasferito a New York, Marco frequentava la casa di Jackson. Dopo l’università, la storia di Glaviano si sposta a Roma dove ha smesso di fotografare per passione e ha cominciato a scattare per lavoro. ”Roma non mi piaceva e allora una sera ho smontato il mio studio, ho affittato un furgoncino e sono partito per Milano”. Era il 1968. Marco faceva fotografie di moda e frequentava il baretto di Oreste in piazza San Marco. Tutte le sere incontrava il bel mondo dell’impegno politico, la gente che amava l’arte, c’era anche Umberto Eco. Lui si presentava con una pelliccia di lupo e 2 modelle straniere da urlo. Una sera del 1969, Marco fu arrestato. Aveva i capelli lunghi e quella sera tutti i capelloni con simpatie a sinistra furono fermati. Era la sera della strage di piazza Fontana. Un’altra sera, questa volta del 1975, si fece convincere da un a modella. ”Va bene”, le disse, ”vengo con te a New York”. Partì convinto di tornare dopo 2 settimane. Ci è rimasto. Ora la sua casa è a Manhattan. Lì è proprietario del più grande studio fotografico del mondo, 7 mila metri quadri lungo il fiume Hudson. ”Non è solo lo studio più grande, è anche il più bello e il meglio attrezzato, è un business che fa un sacco di soldi. [...] facevo 8 copertine l’anno per Vogue’ e ’Harper’s Bazar’; ecco, in una situazione di questo tipo guadagni anche 100 milioni al giorno”. Come un calciatore. ”No, i nostri sono compensi più sproporzionat; i calciatori sono bravi, corrono, hanno i muscoli, rischiano di farsi male. Noi facciamo solo fotografie. [...] A me le donne non interessano, le modelle poi non le sopporto, anzi le odio [...] Quelle che mi piacciono le sposo, comunque mi sono fermato a 3. [...]” [...]» (Christian Rocca, ”Max” agosto 2001).