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 2004  settembre 05 Domenica calendario

GIORGETTI

GIORGETTI Giancarlo Cazzago Brabbia (Varese) 16 dicembre 1966. Politico. Segretario della Lega Nord. Eletto alla Camera nel 1996, 2001, 2006, 2008. Laureato in economia e commercio alla Bocconi, revisore contabile, responsabile del settore Economia della segreteria politica della Lega Nord. Presidente della commissione Bilancio della Camera. Numero due del Carroccio. Fu Bossi stesso a investirlo ufficialmente come delfino: «Il futuro - ha detto - è dei giovani come Giorgetti, ma non diciamolo troppo forte perché sennò si monta la testa» (’L’Espresso” 22/3/2001, ”Sette” n. 28/2001, ”Venerdì” 8/8/2003, ”Panorama” 13/5/2004) • «Un po’ Lenin un po’ Cirino Pomicino [...] non è un trascinatore di folle né un oratore incendiario. Ama il basso profilo, non indulge alle ampolle di acqua del Po e all’armamentario folcloristico leghista. Ai fazzoletti verdi preferisce frequentazioni in gessato e conosce a menadito i forzieri del Nord. [...] figlio di un pescatore e di un’operaia tessile, laureato alla Bocconi [...]» (Alberto Statera, ”la Repubblica” 25/3/2010) • «[...] l’uomo di fiducia di Umberto Bossi per tutte le trattative più delicate che riguardano (non solo) la sua regione: politiche, economiche e anche bancarie. [...]» (Marco Cremonesi, ”Corriere della Sera” 4/3/2010) • «Commercialista di Cazzago Brabbia, Varese, dove l’hanno eletto sindaco per due volte. [...] uno che sa dire no a Bossi [...] Quando i giornali lo chiamano ”delfino” non gradisce. Non solo perchè nella Lega non ha mai portato bene, ma perchè è convinto - e non è l’unico - che senza Bossi sarebbe tutta un’altra storia. ”Io sono entrato nella Lega per lui”. Era sindaco di Cazzago Brabbia, prima studente modello e poi laurea con lode alla Bocconi, tesi gli Gli stadi di Italia ”90, il mondiale di calcio, visti come un romanzone di appalti e sprechi. Cazzago ha 700 abitanti, e la metà si chiamano Giorgetti. Sul Lago di Varese, era un paese di pescatori: ne sono rimasti sei, e Natale Giorgetti, il padre, è il presidente della Cooperativa. ”Da sindaco di una lista civica - ricorda - mi sono ritrovato nella Lega quasi senza accorgermi”. E da lì, nel ”96, la prima elezione alla Camera dei Deputati. Sa dire no e come sparire per giorni e giorni: basta dirottare le chiamate sui due telefonini alle segretarie della Commissione Bilancio. capitato che anche Bossi lo cercasse invano. ”Sarà andato a vedere la partita”. Ma non allo stadio del Varese, dove la domenica non manca mai e quando può va in ritiro con la prima squadra, un passato da discreto portiere. che il suo vero tifo sta piuttosto lontano, a un’ora da Londra, Southampton, i ”Saints”, maglia bianco rossa. Francesco, il fratello minore, è presidente di ”ItalianSaints”, il club dei tifosi italiani, sito internet e organizzazione di trasferte. Nell’ufficio del presidente della Commissione Bilancio c’è la maglietta dei «Saints», la numero 7, quella del suo idolo, l’ex capitano Matthew Le Tissier. Allegro e timido, Giorgetti è uno che eviterebbe interviste e dichiarazioni. ”Non mi piace apparire”. [...] Anche questa dote, la mancanza di protagonismo, è piaciuta a Bossi. E a lui, non solo perchè Bocconiano, aveva affidato un incarico difficile davvero: mettere occhi e mani nei bilanci della Lega e nella banca CrediEuronord gestita, da quel che se n’è capito, o da pasticcioni o da qualcosa di peggio. ” l’ultimo incarico che mi ha dato prima di ammalarsi”, dice. Il penultimo era stato, appunto, la Presidenza della Commissione Bilancio. ”Vai lì che è uno snodo importante, soprattutto per la Finanziaria...”. Abita a Cazzago Brabbia, dove torna ogni venerdì e riparte il martedì. I fine settimana tra comizi e feste, perchè Bossi gli ha affidato anche la segreteria della Lega Lombarda. E dall’11 marzo, quando Bossi ha avuto il coccolone, l’incarico che Giorgetti ha sempre negato, quello di tenere i rapporti con il Capo malato. Ogni giorno in ospedale, quand’era ricoverato a Varese. E poi, a maggio, l’organizzazione della fuga all’alba, Bossi in ambulanza, lui a far compagnia alla moglie Manuela, destinazione una allora misteriosa clinica svizzera. Giorgetti che porta al quotidiano ”La Padania” un foglietto autografato da Bossi. Giorgetti che porta a ”Radio Padania” la straziante cassetta con la voce di Bossi. Giorgetti che scatta le prime tre fotografie del Capo. Il rapporto diretto con Bossi qualche nemico in casa Lega gliel’ha procurato. Con il ministro Roberto Calderoli i rapporti non sono mai stati dei migliori, con Roberto Maroni pare sia in freddo. Nella Lega passa per movimentista, antigovernativo, tutt’altro che appassionato dall’abbraccio con il Cavaliere, An e gli ex Dc. A chi gli domanda di cose di Lega risponde sempre svicolando: ”Io faccio quel che mi ha detto Umberto e aspetto che torni al suo posto”. Nemmeno conferma di essere il supervisore, il commissario politico del quotidiano ”La Padania”. [...]» (Giovanni Cerruti, ”La Stampa” 7/10/2004) • «[…] I critici […] gli imputano un carisma non eccessivo e di non essere un trascinatore di folle. Un paradosso per chi è indicato come punto di riferimento dei movimentisti duri e puri in opposizione ai ”governisti” […]. Che […] sia nel cuore del Senatur, neppure i critici possono negarlo. Sempre al fianco di Bossi nei momenti difficili – è lui ad accompagnare Manuela Marrone e Roberto Libertà al cardiocentro di Lugano, lui a raccogliere le indicazioni del leader infermo – per Giancarlo Giorgetti l’incontro con il Carroccio ha il marchio della fatalità, del destino scritto nel sangue. Nasce a Cazzago Brabbia, un pugno di case di fronte a Varese ma dall’altra parte del lago. Suo padre è pescatore, come quasi tutti in paese prima che il ddt cancellasse d’un colpo i posti di lavoro. La madre è operaia in un’azienda tessile. Giancarlo Giorgetti a questa Lombardia resta fedele. A costo di sdoppiarsi. Milano e Cazzago Brabbia prima, Roma e Varese più tardi. Si laurea in Bocconi, sembra avviato alla professione di commercialista. Poi […] Marco Reguzzoni, lo presenta a Bossi. E lui dilaga, sempre zitto con la stampa, sempre poco propenso ad apparire. Diventa sindaco del suo paese, quindi segretario della Lega a Varese. ”E fare il segretario a Varese, dove contiamo per davvero, non è uno scherzo” osserva un consigliere padano. Lui, comunque, ci riesce. E Bossi lo spedisce in Parlamento. Anzi, nel 2001 avrebbe dovuto essere il sottosegretario ai trasporti. Poi, la frenata: le doti del Giorgetti sono meglio spese alla guida della commissione Bilancio, lo snodo vero della spesa nazionale. Ma anche lì, nel cuore di Roma Ladrona, Giorgetti non dimentica il borgo. Scrive interi articoli della Finanziaria, ma riesce a far riconoscere a Varese la dop del gorgonzola. Studia con Tremonti la ”restituzione delle fondazioni bancarie ai territori” e intanto si adopera per salvare il Varese calcio dal tracollo. E quando l’avventura della banca della Lega, la Credieuronord, volge al peggio, eccolo catapultato nel Cda per cercare di salvare il salvabile. Proprio il rapporto con l’ex superministro dell’Economia è un altro degli ”asset” di Giorgetti. Rapporto vero, non soltanto di lavoro. Tanto che riesce a coinvolgere Tremonti nella sua unica ossessione riconosciuta: quella per la squadra inglese del Southampton. Entrambi sono soci degli All Saint, il fan club italiano dei biancorossi d’Oltremanica. Normale che il rapporto sia più freddino con il successore, Domenico Siniscalco» (Marco Cremonesi, ”Corriere della Sera” 22/3/2005).