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 2004  settembre 05 Domenica calendario

GIOVALLI Roberto.

GIOVALLI Roberto. Nato a Torino il 3 aprile 1957. Manager tv. «Ha iniziato la sua carriera nell’universo delle televisioni locali: nel 1979 a TeleTorino International, passando poi a TeleEuropa come direttore dei programmi, ad Antenna Nord (che diventerà più tardi Italia 1) e a EuroTv, come direttore di Telecity. Nel 1983 è passato alla Fininvest: con Carlo Freccero e Giorgio Gori è stato un artefice dei palinsesti del nascente polo berlusconiano. Dal 1983 al 1990 ha ricoperto gli incarichi di direttore di Canale 5, di Italia 1 e dei palinsesti delle tre reti controllate da Berlusconi. Nel 1991 ha lasciato l’azienda di Cologno per assumere la direzione dei programmi di Telepiù, prima tv a pagamento in Italia. Tornato a Mediaset nel 1999 come direttore di Italia 1, ruolo ricoperto fino all’ottobre del 2000, ha abbandonato ancora una volta l’azienda, per approdare alla nuova Tmc voluta da Roberto Colaninno e Lorenzo Pellicioli, con un contratto miliardario, diventando così direttore de La7. Quando, pochi mesi più tardi, il progetto del ”terzo polo” concorrenziale Rai e Mediaset è stato definitivamente accantonato con la nuova gestione del gruppo, Giovalli ha abbandonato la direzione senza ricoprire altri incarichi televisivi» (Televisione, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 2002). «[...] uno che bazzica il mondo della tv privata dal ’77, ossia da prima ancora che esistessero, o quasi. L’approdo all’entourage di Berlusconi è del 1983 [...] il primo che lo adora è proprio il gran capo. Fermo restando che le decisioni le prende il medesimo, Giovalli diventa via via direttore di Canale 5, poi di Italia 1, poi di tutte e tre le reti insieme, poi dei palinsesti. Ricorda, con un po’ di sconcerto, ”riunioni di diciotto ore ad Arcore”: un gruppo che viveva in simbiosi nell’orbita del gran capo, ma un gruppo che racconterà per sempre di aver inventato, a furia di riunioni di diciotto ore, la tv commerciale italiana. Il fatto che nel ’90 Giovalli se ne vada a Telepiù nasce da un raffreddamento con Berlusconi, certo, e anche dal fatto che la destinazione non è di quelle lontanissime. Telepiù gravita, altroché, nell’orbita Fininvest, ed è una rete, anzi un nuovo tipo di televisione da lanciare e imporre. Ci resta quattro anni, da direttore dei programmi e poi da vicedirettore generale. Poi un brusco addio, regolato da un contratto che prevede soprattutto due cose, una liquidazione miliardaria e la promessa di non concedersi alla concorrenza. Lui accetta, finge di essere arrabbiato, parla di avvocati e di cause da intentare, ma in fondo è un gioco: dopo pochi giorni è già in giro per il mondo, occupazione che lo impegna nei successivi cinque anni (’Nel ’97 ho preso 120 aerei”). [...] vede, per il mondo, tutta la tv che gli capita, e i contatti con alcuni amici fidati li tiene. Uno è [...] Giorgio Gori. Nei cinque anni lo cercano tutti, alla fine lui si ripresenta [...] Gori sale alla direzione dei palinsesti e lascia vuoto il posto a Italia 1. Lo chiama: ”Non puoi dire di no”. E Giovalli non lo dice [...]» (Antonio Dipollina, ”Il Venerdì” 26/3/1999).