(Lettere estratte da Caro duce. Lettere di donne italiane a Mussolini 1922-1943, Rizzoli, Milano 1989), 3 settembre 2004
il volo (voluto) dell’aquila [...] Vi state circondando dell’Italia abituata a non esser di nessun partito tranne poi batter le mani al vincitore
il volo (voluto) dell’aquila [...] Vi state circondando dell’Italia abituata a non esser di nessun partito tranne poi batter le mani al vincitore. [...] Vi ricorderete che a Udine, nel discorso che avete tenuto tempo addietro per l’adunata dei combattenti del fascio, un’aquila volò a lungo sulla piazza dove stavate parlando. Tanto che, il giorno dopo, furono molti a paragonarVi sui giornali a «aquila che sovra gli altri vola». Ora debbo dirVi che quel rapace non venne affatto dai massicci alpini per volteggiarVi maestosamente sulla Vostra testa. Ben diversamente era tenuta in gabbia, ormai da più di un anno, nel giardino del dottor F. B. di Palmanova. A questi fu chiesta da alcuni squadristi che arrivarono anche a minacciare il professionista pur di convincerlo, a pochi giorni dalla Vostra venuta, a cedere l’aquila [...]. Portata nottetempo in un’abitazione antistante piazza Garibaldi, venne liberata proprio mentre Voi iniziavate a prendere la parola. [...] Chi Vi ha mentito ieri così stolidamente, Vi ingannerà certamente anche domani. Raffaella T. Udine, settembre 1925