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 2004  agosto 31 Martedì calendario

PASOTTI Giorgio

PASOTTI Giorgio Bergamo 22 giugno 1973. Attore • «Una delle giovani facce del nostro spettacolo, approdato al cinema partendo dalle arti marziali e dai film di kung-fu [...] “credo di aver sentito che mi piaceva recitare quando ho girato Piccoli maestri di Luchetti. Incontrare coloro che erano stati partigiani e avevano combattutto per un ideale, confrontarmi con loro per poterli poi portare sullo schermo è stata una esperienza che mi ha segnato profondamente [...] Sono un attore eclettico: mi ha lanciato Gabriele Muccino ma non ho una forte caratterizzazione” [...]» (si. ro., “La Stampa” 3/1/2005) • «Chi è Giorgio Pasotti? [...] Bisogna cominciare dalla Cina. “A 19 anni, già praticante di arti marziali, volevo fare il medico sportivo. Sono andato all´università dello sport di Pechino applicandomi alla mia specialità che è una via di mezzo tra ginnastica artistica e teatro-danza, lì sport popolare e nazionale, veloce e acrobatico. Venni scelto da una produttrice di Hong Kong, quello è un posto dove vanno a cercare attori per i film di arti marziali, per la parte di un giovane americano che diventa monaco buddista. L’ho presa così, senza l’idea di “fare l’attore”. Poi un altro film e un altro ancora. Facevo sempre il cattivo occidentale” [...] Piccoli maestri con Luchetti. “Una storia di persone vere, la cui vita era stata segnata dall’esperienza che noi mettevamo in scena. Mi ha fatto sentire responsabile, doverosamente rispettoso [...+ Dopo L’ultimo bacio un sacco di offerte sulla stessa onda. Mi dicevano di non andare a fare la serialità televisiva. Ma importante è appassionarsi. [...] Il nostro lavoro è quello di abbracciare più gente possibile. Dicono che è meglio un pubblico limitato ma motivato. La verità sta nel mezzo, non dico il piede in due scarpe ma fare l’uno e l’altro [...] Oggi un attore anche se non mi piace dirlo deve essere anche un manager di se stesso. Mi sento spesso con colleghi come Accorsi o Santamaria e sentiamo tutti un peso di responsabilità nelle scelte che facciamo. Allora si usciva da condizioni diverse e gli attori pensavano a lavorare, tanto, e guadagnare [...] Io non mi sento particolarmente dotato, ma un artigiano che pialla oggi pialla domani ti fa un’asta bella dritta. [...] Quante opportunità di lavoro ha un attore? Ci sono le tasse, le bollette, i figli. Mi reputo fortunato e devo molto alla tv. Meglio imparare questo lavoro facendolo in tv, piuttosto che non lavorare in attesa del cinema [...]”» (Paolo D’Agostini, “la Repubblica” 30/8/2004) • «[...] uno degli attori trentenni di fresca popolarità cinetelevisiva, già eroe di serial e di gossip sentimentali (ha smentito il flirt con Vanessa Incontrada sul set di Quale amore e ha confermato la sua unione con Nicoletta Romanoff, tanto per la privacy), è innamorato degli uomini comuni: “Non amo gli eroi anche se sarebbe facile diventare Superman”. Nonostante sia stato nell’86 il più giovane campione di wushu e poi in Cina sia diventato bravissimo nello chang quan, rifugge dagli uomini forti quando sceglie i film [...] “Sono per i caratteri semplici, non vittoriosi, che si trovano a tu per tu con le difficoltà — dice Pasotti —. In questi metto me stesso, amo la gente comune con reazioni comuni, non voglio fare il poliziotto, preferisco i casi insoluti che hanno a che fare con la psicologia. È la bellezza del dubbio. Recito perché è questo che mi affascina ed è bello mettersi in gioco e sfidarsi, non piacere a tutti i costi, non sdraiarsi su uomini comodi, dal torace forte. [...]”» (Maurizio Porro, “Corriere della Sera” 22/2/2006).