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 2004  agosto 31 Martedì calendario

Fielding Helen

• Morley (Gran Bretagna) 19 febbraio 1958. Scrittrice • «La scrittrice dello Yorkshire che ha conquistato il mondo con la goffa e irresistibile Bridget Jones, vendendo 4 milioni di copie in 30 paesi, e lanciando un genere, la Chick-Lit, la letteratura per ragazze, imitato in una infinita valanga di titoli che continuano a intasare gli scaffali delle librerie. [...] L’orribilmente inadeguata Bridget, con in mano una sigaretta e nell’altra un bicchiere di Chardonnay, seduta in attesa accanto a un telefono che non squilla mai e costantemente in lotta con calorie e cellulite, ha ispirato complicità e immedesimazione in milioni di donne intorno al mondo. Ma è anche costata alla Fielding infiniti attacchi da femministe come Camille Paglia e Julie Burchill, imbufalite dal modello di donna che si autocommisera e non lotta contro le proprie debolezze» (Annalisa Piras, “L’Espresso” 9/10/2003). Il personaggio di Bridget Jones nacque come rubrica su “The Independent”: «[...] l’allora caposervizio Charles Leadbeater affidò a Helen Fielding una rubrica con l’espressa intenzione di attrarre le lettrici giovani: “Volevo disperatamente qualcosa che riflettesse la mistura eclettica di argomenti di cui parlavano le donne della nostra redazione quando arrivavano alla mattina, e che mi sforzavo di ascoltare senza dare l’impressione di origliare - ha ricordato Leadbeater -. Volevo qualcosa che riassumesse le cose di cui parlano le donne quando vanno in bagno in gruppo: il trucco, gli uomini, il cibo, e lo scandalo della povertà nel mondo”. Leadbeater aveva letto il primo romanzo di Fielding, e le sottopose due paginette di idee per la rubrica, con qualche cenno alle dramatis personae che avrebbe voluto. Durante il loro primo colloquio la scrittrice snocciolò sui due piedi il nome assai ordinario di Bridget Jones, come se ne avesse già in mente il personaggio. La rubrica fu un successo istantaneo, in quanto le donne si identificarono con la voce amica di Bridget, le sue aspirazioni e insicurezze, specie in una cultura come quella britannica in cui le donne escono abitualmente insieme in gruppo alla sera per bere, confidarsi e disperare degli uomini. Per Helen Fielding sono poi venuti i libri, i film e la fama internazionale. [...]» (Maria Chiara Bonazzi, “La Stampa” 4/8/2005).