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 2004  agosto 27 Venerdì calendario

La missione a ovest di Meriwether Lewis e William clark

Rotaie di lusso per il vecchio West. Ossia, come far resuscitare il mitico ”Passaggio a Nord-Ovest” dai finestrini dell’American Orient Express, confortevole quanto una suite in un grande hotel. L’esclusivo treno d’epoca, infatti, propone tra i suoi percorsi d’eccezione anche un itinerario modellato lungo le Montagne Rocciose e i parchi nazionali più selvaggi, all’inseguimento dei fantasmi di una delle più avventurose esplorazioni della storia: il viaggio attraverso la Grande Louisiana dei primi dell’Ottocento, alla scoperta di un territorio inesplorato oltre il fiume Missisippi. L’occasione per partire proprio adesso è ghiotta. Proseguono infatti fino al 2006 i festeggiamenti per il bicentenario (cominciato il 31 agosto del 2003) della spedizione del Corps of Discovery, guidata dal capitano Meriwether Lewis e dal tenente William Clark dal 1803 al 1806, che prevedono un fittissimo calendario di appuntamenti e commemorazioni. Ai primi dell’Ottocento, infatti, i confini dei neonati Stati Uniti d’America si fermavano al Mississippi. Oltre quell’immenso fiume, si estendeva una vasta regione quasi del tutto inesplorata dall’uomo bianco: la Grande Louisiana. Il governo americano aveva appena acquistato l’esteso territorio di 28 mila miglia quadrate, pagandolo 15 milioni di dollari alla Francia di Napoleone (anche se molta gente insinuava che il tanto sbandierato affare non valesse la spesa). Il presidente Thomas Jefferson (1743-1826) voleva invece convincere i suoi connazionali che il futuro dell’America stava proprio là, oltre il Mississippi. Ma, per esser preso sul serio, aveva bisogno di dettagliati resoconti sulle caratteristiche dello sconfinato territorio. Il Congresso approvò quindi un modesto stanziamento iniziale di 2.500 dollari: ne sarebbero occorsi ben 38.000 per portare a termine l’operazione. Dopo vari preparativi, finalmente il 14 maggio 1804 la spedizione lasciò Saint Louis, nello Stato del Missouri, proprio alla confluenza dell’omonimo fiume nel Mississippi, per la più lunga missione esplorativa della storia americana. «Partii verso le 4 del pomeriggio, alla presenza di molte persone che abitavano nelle vicinanze e, sotto una leggera brezza, risalii il Missouri alla volta dell’isola più vicina, a quattro miglia, dove mi accampai», scrisse nel suo diario il tenente Clark. Assieme ai due ufficiali vi erano una quarantina di uomini, la guida franco-canadese Toussaint Charbonneau, sua moglie Sacagawea – un’indiana della tribù degli Shoshoni – e un cane, Seaman, tutti a bordo di un barcone di 16 metri e due piroghe a remi e a vela. Per raggiungere l’Oceano Pacifico e tornare indietro (circa 12 mila chilometri), il Corps impiegò 2 anni, 4 mesi e 11 giorni. Noi impiegheremo molto meno: soltanto otto giorni, per la precisione, seguendo la strada ferrata che da Salt Lake City, nello Utah, conduce a Portland, nell’Oregon, attraverso l’Idaho, il Montana e il Wyoming, tre regioni rimaste incontaminate, quasi come ai tempi della celeberrima avventura. DA Salt Lake City al Grand Teton Salt Lake City (www.visitsaltlake.com), nello Utah, è soltanto un comodo ingresso ai tre Stati protagonisti del viaggio. Ma la città, già sede nel 2002 delle Olimpiadi invernali, merita almeno uno sguardo. Imperdibile, ad esempio, è il This is the Place Monument (www.thisistheplace.org), all’interno del This is the Place Heritage Park. Qui è stato resuscitato un intero villaggio di pionieri, l’Old Deseret Village. Ogni vecchio edificio presente è stato restaurato con cura, altri sono stati costruiti ex novo seguendo le architetture e i materiali dell’epoca. Ma non è una città fantasma. Tra queste case di frontiera vive un’intera comunità, che conduce un’esistenza del tutto simile a quella di un tempo. Lasciata Salt Lake il treno costeggia la catena montuosa delle Wasatch Mountains, verso il confine con l’Idaho. Destinazione Idaho Falls ma, soprattutto, i due parchi nazionali più belli e selvaggi d’America: il Grand Teton (www.nps.gov/grte/home.htm) e il famoso Yellowstone, che s’estende lungo il confine dell’Idaho, del Wyoming e del Montana. Porta d’accesso al Grand Teton e, di conseguenza, al vicinissimo Yellowstone, è Jackson Hole (www.jack sonholenet.com), nella Jackson Valley. Definita dagli stessi abitanti com «l’ultima e la migliore del vecchio West», Jackson è una cittadina di neppure 9.000 abitanti, che deve la sua fortuna agli splendidi luoghi in cui è situata. Queste terre prendono il nome da una tribù Sioux (i Teton, appunto), incontrata da Lewis e Clark nel loro viaggio. I nativi cacciavano i cervi che pascolavano alle pendici del Teton Mountain Range, senza dubbio la catena montuosa più erta e mozzafiato d’America, che s’innalza per 4.197 metri. Per questo è da sempre una delle location preferite dai registi di film western. Ai piedi delle montagne il maestoso Jenny Lake. In città vi è anche il Museum of Wildlife Art, che ospita la più vasta collezione di dipinti e sculture d’arte western. Da Yellowstone a Great Falls Yellowstone (www.nps.gov/yell/ho me.htm), il paradiso dei geyser che scaraventano in cielo quintali di vapore e acqua bollente, è senza dubbio la meta più spettacolare dell’intero viaggio. Primo parco nazionale americano dal 1872, circa 810 mila ettari di natura selvaggia, fu scoperto proprio da un cacciatore del Corps of Discovery, John Colter. Secondo il suo racconto, girovagando lungo il fiume Stinking Water (oggi Shoshone River), Colter si ritrovò nel bel mezzo di un girone infernale, dove il terreno ribolliva in continuazione, sprigionando a tratti altissimi getti di acqua bollente che salivano al cielo. In tutta l’area, narrò Colter, vi erano sorgenti d’acqua calda e pozze sulfuree. Nonostante che non avesse certo fama di visionario, il suo racconto parve così incredibile che nessuno, ai tempi, gli credette. Dopo Yellowstone, il viaggio su strada ferrata prosegue lungo la rotta del fiume Missouri, fino a Great Falls (http://greatfallscvb.visitmt.com/), nel Montana. Per la spedizione di Lewis e Clark, l’attraversamento di questo punto fu estremamente difficile. Ma fu impossibile non restare stupefatti davanti all’incanto delle cascate. «Vorrei possedere il pennello di Salvator Rosa o di Tiziano», scrive Clark, «che forse mi avrebbe permesso di offrire almeno una pallida idea di questo magnifico e sublime luogo, nascosto alla vista dell’uomo civile dall’inizio del tempo». Da Missoula a Portland Una notte in treno conduce fino a Missoula (www.ci.missoula.mt.us), dove Lewis e Clark organizzarono un campo, con lo scopo di prepararsi a una delle più ardue tratte della spedizione: attraversare la catena delle Bitterroot. Ancor oggi è visitabile il sito dell’accampamento, il Traveller’s Rest. Ma il viaggio procede rapido fino a Fort Clatsop (www.nps.gov/fo cl), un parco di 50 ettari lungo il fiume Columbia, a circa 8 km da Astoria, nell’Oregon. Questo fortino fu il punto più occidentale dove la spedizione dovette attendere la fine di un inverno molto rigido. Ma è Portland la meta finale, porta d’accesso a tutta la regione dell’Oceano Pacifico del nord-est e termine degli otto giorni di treno, impiegati per coprire solo in parte un percorso tra i più affascinanti e suggestivi mai esplorati dall’uomo, ancora intatto dopo 200 anni. Mario Lenzi