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 2004  agosto 27 Venerdì calendario

Bagliani Luca

• Milano 16 ottobre 1959. Politico • «Segni particolari: gola profonda. la vendetta dell’ex che porta Luca Bagliani, già deputato della Lega nelle elezioni del ”96, ad aprire il libro dei suoi ricordi su una storia di finanza sballata che sporca alcuni uomini di primo piano del partito di Umberto Bossi. Scoperchiando [...] un’avventura balorda in un panorama di affari che rendono necessari urgenti interventi di sostegno per la Lega. E alimentando il sospetto che in qualche modo il movimento del Senatur possa essere stato finanziato dietro le quinte. [...] il fallimento di una società di Montegrotto Terme, provincia di Padova. Il nome è Ceit, si occupa di un grande investimento turistico in terra di Croazia. Più esattamente, doveva dar vita a una bella speculazione edilizia da cento miliardi di vecchie lire nel golfo di Pirano, dove a Umago sarebbe nato il residence Skipper: centinaia di appartamenti, piscine, darsena per posti barca, campi da golf. Un luogo di sogno a poche decine di chilometri dalla frontiera italiana: addirittura lanciato, quando nel ”98 era stata annunciata l’iniziativa, come la Porto Cervo dell’Adriatico. Un buen retiro per Bossi e la moglie, Manuela Marrone, che aveva prenotato la ”casetta dell’estate’ pagando 40 milioni, sempre di vecchie lire. Il tutto suggellato da una cena a base di pesce al ristorante da Bruno, vicino a Umago, con la partecipazione di Bossi e signora. E da una sorta di vicinanza ideologica tra lo stesso Bossi e l’austriaco Jörg Haider, governatore della Carinzia, e in questa veste azionista di controllo della Hypo Bank di Klagenfurt, cioè l’istituto di credito sponsor di quel business turistico. Ma la realtà che viene fuori giorno dopo giorno dall’inchiesta del pm di Padova Paolo Luca è ben diversa. Sogni infranti per 113 persone che hanno sottoscritto le quote per entrare in possesso delle loro dimore. Indagine per bancarotta su chi ha promosso la realizzazione del Residence Skipper. Coinvolti nomi eccellenti, tra gli altri: Maurizio Balocchi, sottosegretario all’Interno, nonché tesoriere della Lega; Stefano Stefani, ex sottosegretario alle Attività produttive, dimessosi nel 2003 per una gaffe sui turisti tedeschi; Enrico Cavaliere, presidente del Consiglio regionale del Veneto. Ora si scopre che è proprio Luca Bagliani, commercialista veronese, ex deputato leghista trasmigrato poi nell’Udeur di Clemente Mastella, il grande accusatore. [...] lo fa per ripicca, e quindi quel che dice è da prendere con le molle. Perché quanto lui racconta viene fuori da una causa civile che lo oppone alla Lega. Bossi esigeva da lui 75 milioni. Vecchie pendenze risalenti al periodo in cui Bagliani militava a Montecitorio nelle file del Senatur e, come tale, doveva versare nelle casse della Lega 5 milioni del suo stipendio mensile da onorevole. un ordine di scuderia ferreo, trasformato in una dichiarazione scritta e firmata dai deputati e dai senatori leghisti. Vale per tutta la durata della legislatura, quindi per cinque anni. Ed è vietato disobbedire. In base a un codicillo del suo ”contratto’ con la Lega, chi non paga per due mesi di fila, deve corrispondere tutto il resto. Per questo Bagliani, anche se fuoruscito e ha cambiato bandiera, dovrebbe comunque scucire quei 75 milioni, che i legali di Bossi esigono da lui con tanto di decreto ingiuntivo. Ma l’ex leghista si arrabbia, contrattacca a suon di carta bollata e se la prende con Bossi, la Lega e la Ceit. La Ceit? Sì, la piccola società di Montegrotto che con appena 20 milioni di capitali e i miliardi di lire ricevuti a prestito dalla Hypo Bank voleva spostare Porto Cervo sull’Adriatico. il capitolo che conduce allo stato maggiore della Lega. Bagliani spiega di essere stato contattato, era l’estate del 1998, dall’allora deputato Cavaliere. Il quale avrebbe sollecitato da lui il pagamento di 40 milioni di lire: una quota nella Ceit, che avrebbe poi dato diritto all’appartamentino nelle acque della Croazia. Interesse di Bagliani? Lui sostiene: nessuno. Lo avrebbe considerato una specie di obbligo, per non essere in seguito scaricato dal partito. Però, ecco la malizia, Cavaliere gli avrebbe detto che quei soldi, 40 milioni, in realtà sarebbero stati iscritti per il valore nominale di 100 mila lire, mentre il resto, 39 milioni e 900 mila lire, sarebbe stato usato come artificio per ”drenare’ denaro. Bagliani aggiunge di essere stato invitato, insieme ad altri, a rilasciare una procura a gestire la sua quota societaria proprio a Cavaliere e [...] Balocchi. Prove di queste gravi accuse, che fanno pensare a una forma nascosta di finanziamento della Lega? Non vengono fornite. [...]» (Leo Sisti, ”L’Espresso”1/9/2004).