Varie, 27 agosto 2004
Tags : Dwight Phillips
Phillips Dwight
• Dacatus (Stati Uniti) 1 ottobre 1977. Saltatore in lungo. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene (2004). Campione del mondo 2003, 2005, 2009, 2011 (bronzo nel 2007) • «La storia iridata del salto in lungo maschile presentava solo vincitori capaci di ripetersi almeno una volta. Carl Lewis, dopo Helsinki ’83, vinse a Roma ’87. Mike Powell, archiviato l’indimenticabile volo di Tokyo ’91 [...] replicò a Stoccarda ’93. Ivan Pedroso fece addirittura poker: Göteborg ’95, Atene ’97, Siviglia ’99, Edmonton 2001. Fino a Dwight Phillips, campione a Parigi 2003. A Helsinki 2005, come avrebbe potuto fallire? E infatti. [...] “Sono felice solo quando vinco — sostiene — anche perché sono convinto che pochi si allenano più intensamente di me, così come penso che non in tanti, anche al di fuori dello sport, credono in ciò che fanno come ci credo io”. [...] E dire che la sua carriera ha rischiato di nemmeno cominciare. Un giorno, quando aveva 14 anni, fu vittima di un incidente motociclistico. Mentre giocava a football per strada, un amico del fratello lo investì, fratturandogli entrambe le gambe poco sopra le ginocchia. Camminò per sei mesi con le stampelle e qualcuno arrivò a prevedere che non avrebbe mai recuperato una normale funzionalità. Lui, invece, testardo e determinato, dopo nemmeno un anno, era di nuovo in grado di correre. ‘Voglio il record del mondo e vincere quattro Mondiali come ha fatto Pedroso [...]” [...]» (Andrea Buongiovanni, “La Gazzetta dello Sport” 14/8/2005) • «Da ragazzino sognava di vincere l’Olimpiade, ma sui 400. Invece il salto in lungo è diventato per lui una scelta obbligata: estate del ’92, Olimpiade di Barcellona in tv; lui sta giocando a football per strada. Il fratello di un suo compagno di scuola, in moto, sbaglia curva e lo travolge: frattura di entrambe le gambe; dopo una prima operazione, i medici hanno paura che la gamba destra resterà menomata. Dwight, che ha quindici anni, resta a letto quattro mesi, per due anni si sottopone a massacranti sedute di fisioterapia. La forza della volontà gli ha consentito di diventare un grande campione del lungo [...]» (f. mo., “Corriere della Sera” 27/8/2004) • «Ha impiegato tempo per trovare la sua strada. Basta pensare che sino al ’99 si dedicava al salto triplo dove ha raggiunto un massimo di 16.41, nulla negli Stati Uniti. Eppure aveva qualità se si pensa che adesso ha personali di 10’’16 sui 100 e di 20’’68 nel 2002, entrambi centrati nel 2002. Il cambio è avvenuto quando ha cambiato università trasferendosi dal Kentucky all’Arizona, a Tempe [...] e trovato un tecnico come Greg Kraft. Ottavo ai Giochi di Sydney 2000, si è preso una laurea in comunicazioni ed è decollato davvero nel lungo nel 2002. [...]» (pa. m., “La Gazzetta dello Sport” 27/8/2004).