varie, 27 agosto 2004
ALESSIO II
ALESSIO II (Alekseij Mikhailovich Rediger) Tallinn (Estonia) 23 febbraio 1929, Mosca (Russia) 5 dicembre 2008. Dal 1990 Patriarca di Mosca • «[...] l’uomo che ha segnato il ritorno della Chiesa ortodossa tra le massime istituzioni del paese nato dalla dissoluzione dell’Urss. [...] famiglia di origine tedesco- svedese. Il padre era un prete e Aleksej fu ordinato a sua volta nel 1950. Superò, non senza qualche compromesso, i decenni duri dello stalinismo e del comunismo brezhneviano (negli anni Novanta uscirono documenti sul suo arruolamento da parte del Kgb), come moltissimi altri esponenti della chiesa. Poi, nel 1990, alla vigilia dello scioglimento dell’Urss, venne scelto come patriarca. In questi anni Aleksej ha riedificato cattedrali, ha recuperato fedeli. [...]» (Fabrizio Dragosei, “Corriere della Sera” 6/12/2008) • «Era stato il primo patriarca ad essere eletto liberamente dalle gerarchie religiose nel 1990, dopo che per decenni tutti i candidati dovevano essere approvati dai vertici sovietici. Alessio II prese in mano una chiesa povera, con pochi fedeli e con scarso potere. In diciotto anni il Patriarca ha cambiato tutto questo, facendo della religione e soprattutto dell’ortodossia una delle colonne dello Stato russo. Con Boris Eltsin strinse un patto di mutua assistenza. La Chiesa legittimò il potere traballante di Corvo Bianco e il presidente concesse ampi benefici. La restituzione delle proprietà e, soprattutto, per anni la possibilità di importare in esenzione doganale alcool e sigarette. Come il fondo per i reduci dell’Afghanistan e il Fondo per lo Sport, la chiesa con questi sistemi poco ortodossi fece quattrini a palate. Il passaggio del potere dal vecchio e malato Zar Boris al giovane Vladimir Putin fu consacrato da Alessio II al Cremlino nel Duemila. Sotto Putin il patriarca ha conquistato ancora più potere, ottenendo anche il passaggio di leggi che riconoscono solo alle quattro religioni principali della Russia (ortodossia, islam, ebraismo, buddismo) particolari diritti nel paese. Sempre Aleksej è stato il testimone anche del passaggio della presidenza da Putin al suo delfino Dmitrij Medvedev [...] Con i cattolici i rapporti non sono mai stati molto buoni, nonostante il riavvicinamento [...] I motivi di frizione sono sempre gli stessi: il proselitismo e le dispute sulle proprietà confiscate dai bolscevichi» (F. Dr., “Corriere della Sera” 6/12/2008).