Guglielmo Pastroni, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
Il 29 agosto 1893, l’ingegnere americano Whitcomb Judson (1812-1909) deposita il principio di una «chiusura a gancio», ovvero una chiusura basata su una fila di uncini di metallo che si inseriscono in altrettanti occhielli posti in un’altra fila
Il 29 agosto 1893, l’ingegnere americano Whitcomb Judson (1812-1909) deposita il principio di una «chiusura a gancio», ovvero una chiusura basata su una fila di uncini di metallo che si inseriscono in altrettanti occhielli posti in un’altra fila. Solo nel 1913, però, il canadese Gideon Sundback (1880-1954) perfeziona il sistema, e lo mette in produzione. Sundback, ingegnere elettronico, inventa il metodo moderno di aggancio aumentando il numero di dentini da 10 per centimetro a una ventina, disponendoli in due file parallele a incastro, a formare un’unica striscia su cui scorre il cursore. Nel 1917 deposita il brevetto per la «chiusura di sicurezza separabile» e crea poi anche macchinari per metterla in produzione. Il nome comune di «zip», questa nuova invenzione se lo guadagna grazie alla B. F. Goodrich Company, che decide di montarla su un nuovo tipo di stivali di gomma e di chiamarla, appunto, «zipper». Da allora, si prende a usarla per tanti tipi di scarpe e per le borse da tabacco ma ci vogliono ancora una ventina d’anni perché gli stilisti si convincano a cucirle anche sugli abiti. Negli anni Trenta comincia una campagna pubblicitaria di vestiti per bambini con le zip: si mette in evidenza come quest’aggeggio faccia sì che i bambini piccoli possano vestirsi da soli. La prima stilista a usare la chiusura lampo è Elsa Schiaparelli, che nel 1935 la cuce sugli abiti di una sua collezione. Il massimo della celebrità, però, si raggiunge nel 1937 quando gli stilisti francesi cuciono le zip sui pantaloni da uomo: l’”Esquire magazine” dichiara la zip «la più nuova idea sartoriale per uomo». Nel 1940, la plastica sostituisce il metallo (e la zip non arrugginisce più). Una curiosità: YKK, la sigla incisa oggi su molte zip, sta per Yoshida Kogyo Kabushiki, proprietario dell’impresa che, con 248 stabilimenti sparsi in 58 Paesi del mondo, produce ogni giorno 124 chilometri di chiusure lampo in 1.500 modelli e 427 colori diversi.