Marcello Cenati, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
Il volo perpetuo, giorno e notte, grazie alla luce del Sole. Neanche il genio e l’immaginazione di Jules Verne sarebbero arrivati a tanto
Il volo perpetuo, giorno e notte, grazie alla luce del Sole. Neanche il genio e l’immaginazione di Jules Verne sarebbero arrivati a tanto. semplicemente impossibile. Così come era impossibile effettuare il giro del mondo con la sola energia del vento, a bordo di un pallone aerostatico. Bertrand Piccard, l’esploratore svizzero che si è già ispirato con successo ai racconti di fantascienza di Jules Verne compiendo nel 1999 il giro del mondo in 20 giorni a bordo dell’Orbiter, una ipertecnologica mongolfiera, presenta la prossima grande sfida umana e tecnologica, il giro del mondo su un aereo a energia solare: «Breitling Orbiter è stata l’ultima avventura aeronautica del Ventesimo secolo. Solar Impulse sarà la prima del Ventunesimo». L’obiettivo è quello di riscrivere, a cento anni dal primo volo a motore dei fratelli Wright, la storia dell’aviazione, sfruttando nuove tecnologie che rispondano alle esigenze ecologiche. Ma le ricadute di questa impresa andranno ben oltre il settore aeronautico e dei trasporti e il progetto Solar Impulse potrà svolgere un importante ruolo comunicativo, oltre che tecnologico, nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella protezione dell’ambiente. Piccard ne è convinto: «Essere capaci di costruire un aereo che non usa combustibile fossile ed è privo di emissioni inquinanti è un potente simbolo per l’ecologia moderna. Voglio mobilitare l’entusiasmo del pubblico in favore delle energie rinnovabili». Il fatto che un volo di andata e ritorno tra l’Europa e gli Stati Uniti raddoppi il consumo energetico annuale di una persona offre un termine di paragone rispetto alla quantità di carburante necessaria a un aereo per una traversata oceanica. L’aereo sarà in grado di decollare autonomamente e monterà speciali batterie per immagazzinare l’energia elettrica e affrontare il volo notturno. Il prototipo, costruito con materiali ultraleggeri, avrà un’apertura alare di 70 metri, superiore a quella di un Boeing 747, e sarà completamente ricoperto di ricettori fotovoltaici per sfruttare al massimo i raggi solari catturati a una quota tra i 10 e i 12 mila metri, al di sopra di ogni nuvola. A quella altitudine, dove le perturbazioni della troposfera lasciano il posto alla relativa tranquillità meteorologica della stratosfera, i piloti dovranno essere protetti attraverso una cabina pressurizzata da una temperatura esterna che scende fino ai 55 gradi sotto zero. Proprio Auguste Piccard, nonno di Bertrand, inventò all’inizio degli anni Trenta la cabina pressurizzata per effettuare il primo volo nella stratosfera a bordo di un pallone aerostatico. Egli introdusse anche il batiscafo per l’esplorazione sottomarina, con il quale il padre di Bertrand, Jacques, raggiungerà il luogo più profondo del pianeta: la fossa delle Marianne. La fama di esploratore e di inventore del nonno Auguste era tale in quegli anni che il personaggio del professor Calculus, scienziato e amico del famoso eroe dei fumetti TinTin, fu ispirato alla sua figura. Grazie al padre, il giovane Bertrand ebbe occasione di incontrare grandi pionieri e scienziati come Charles Lindbergh, Jacques Mayol e Werner von Braun, con il quale assistette a Cape Kennedy ai lanci delle missioni Apollo. Oggi Piccard, psicologo, esploratore, imprenditore, scrittore, si è guadagnato il soprannome di scienziato-avventuriero o ”Le Savanturier” per la sua continua ricerca per combinare la tradizione scientifica familiare, la sua attività di psichiatra e il desiderio di ricerca spirituale e umana anche attraverso la conoscenza del patrimonio delle culture orientali. Lo stesso Piccard è anche presidente della fondazione umanitaria ”Winds of Hope” che, mettendo a frutto il successo del giro del mondo in mongolfiera compiuto nel 1999, sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per combattere in Africa una malattia della pelle chiamata Noma che ogni anno sfigura diverse migliaia di bambini. Anche per Solar Impulse il compagno di avventura di Piccard sarà Brian Jones, copilota del Breitling Orbiter 3, mentre André Borschberg sarà il terzo pilota e ingegnere capo del progetto che potrà inoltre contare sulla collaborazione scientifica dell’cole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Epfl) e dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il politecnico svizzero, consulente scientifico ufficiale anche del team di vela svizzero Alinghi, attuale detentore della Coppa America, condusse già la ricerca nel campo della termodinamica per il giro del mondo dell’Orbiter. Ogni chilogrammo delle attuali batterie al litio è in grado di fornire un’energia pari a poco meno di 200 Wattora, una quantità sufficiente ad alimentare un aereo monoposto, mentre secondo gli studi realizzati dall’Epfl la soluzione con due piloti richiederà una densità di energia di almeno il 50% superiore. Secondo Yves Perriard, uno degli scienziati che ha lavorato allo studio di fattibilità, «mantenere in volo l’aereo giorno e notte sarà una vera e propria guerra contro tutte le perdite del sistema di alimentazione, dai pannelli solari ai motori». Il professor Dario Floreano dell’Autonomous Systems Lab sta sviluppando un sistema in grado di «gestire la comunicazione tra il corpo del pilota e l’aereo». Lo scopo è quello di perfezionare il rapporto tra uomo e macchina: l’aereo risponderà a piccoli movimenti del pilota, o addirittura alla sua voce, e non servirà più la console. Questo sistema, denominato Symbodic o Symbiotic Bodies potrà essere applicato anche per le protesi o per i comandi delle sedie a rotelle. Pierre Brisson, responsabile del programma di trasferimento tecnologico (Ttp) dell’agenzia spaziale, è convinto che «l’Esa potrà fornire tecnologie in vari campi applicativi, come le strutture composite ultraleggere, i pannelli solari, i sistemi per la gestione dell’energia ma anche per lo stoccaggio del cibo e dell’acqua necessari, riducendo al minimo il peso». Dopotutto «sono problemi familiari agli ingegneri dell’Esa che progettano le missioni spaziali e la fonte primaria di energia dei nostri satelliti è il Sole, come per l’aereo di Piccard». Marcello Cenati