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 2004  agosto 26 Giovedì calendario

Appartenente alla famiglia delle moracee, l’albero di fico è caratterizzato da foglie ampie, ruvide sopra e pelose sotto; i fiori, invece, sono piccoli, racchiusi in un involucro carnoso con un foro che permette agli insetti l’impollinazione che porterà poi al dolcissimo frutto

Appartenente alla famiglia delle moracee, l’albero di fico è caratterizzato da foglie ampie, ruvide sopra e pelose sotto; i fiori, invece, sono piccoli, racchiusi in un involucro carnoso con un foro che permette agli insetti l’impollinazione che porterà poi al dolcissimo frutto. Albero sacro per buddisti e musulmani, viene menzionato spesso anche nella Bibbia: le foglie di fico ricoprirono la nudità di Adamo nel giardino dell’Eden, e alcune leggende identificano quest’albero come quello del «frutto proibito». Nell’antica Grecia, poi, i fichi erano sacri al dio Dioniso, quello dei banchetti e delle feste orgiastiche (talmente scalmanate che gli ateniesi arrivarono a vietare l’esportazione degli stessi frutti). Per questo, inoltre, gli informatori che davano notizie su eventuali trasgressioni erano chiamati «sicofanti», letteralmente «scopritori di fico». A oggi, il fico cresce in Italia allo stato selvatico in terreni sassosi e soleggiati. Il frutto, che andrebbe raccolto solamente quando è ben maturo, in giornate asciutte e nelle ore più calde, esiste in varietà diverse per colore (quasi 700!): giallo, verde, rosso, nero, violaceo. Dolcissimo e gustoso, è innanzitutto un buon lassativo, ma impiegato sotto forma di sciroppo è anche molto energetico e nutriente: contiene, infatti, circa il 12-14 per cento di glucosio (100 grammi forniscono 47 calorie) ed è ricco di vitamine C, PP, B1, B2. L’infuso di fico, poi, può essere usato nella cura contro la tosse e, per via esterna, contro foruncoli, infiammazioni gengivali e scottature. Il suo decotto applicato sulla pelle facilita anche l’abbronzatura. Spesso destinato a essere mangiato fresco o essiccato, è comunque anche adoperato per fare un tipo buonissimo di brandy e il succo latteo delle foglie. Oggi come in passato, viene usato per curare le verruche.