Giusy Cinardi, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
La dottoressa Marcella Ribuffo, dirigente medico dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata a Roma, in vent’anni di carriera di tatuaggi ne ha visti tanti: «Un fenomeno culturale su cui non esprime giudizi
La dottoressa Marcella Ribuffo, dirigente medico dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata a Roma, in vent’anni di carriera di tatuaggi ne ha visti tanti: «Un fenomeno culturale su cui non esprime giudizi. Dal punto di vista medico il discorso è diverso: quando si decide di farsi tatuare bisogna stare attenti». Quali sono i rischi? «Principalmente due. Se il tatuatore non utilizza strumenti sterili e monouso, c’è la possibilità di contrarre infezioni come ad esempio l’epatite B, virus tra i più resistenti. E poi ci possono essere problemi con le cicatrici, possono formarsi cheloidi, cioè cicatrici esuberanti che vanno poi asportate chirurgicamente (con il Dye-laser). Non dipende però dal tatuatore, ma solo da come reagisce la pelle di ciascuno». E l’inchiostro che viene usato, non è tossico? «Non si sa molto sulla possibile tossicità dei pigmenti utilizzati: sono a base di metalli pesanti, ma non c’è evidenza scientifica che facciano male. Certo è che, una volta fatto il tatuaggio, parte dell’inchiostro penetra nella pelle, e arriva ai linfonodi. Quali siano gli effetti a lungo termine, però, ancora non lo sappiamo. Bisogna tener conto di possibili reazioni allergiche, per cui sarebbe bene fare prima una piccola prova, aspettare qualche settimana e poi farsi il tatuaggio vero e proprio». Si possono poi rimuovere i tatuaggi? «Certo! Noi lavoriamo con dei laser pigmento-specifici (assorbono cioè i pigmenti), che emettono raggi di luce a energie altissime (qualche Megawatt/nanosecondo) e li rimuovono senza alcun residuo! Unico accorgimento, non usare colori chiari (bianco o rosa): non vengono via e bisogna tenerseli». E quanto costa? «Per togliere un tatuaggio di 25 centimetri quadrati, si pagano circa 200 euro a seduta e di sedute ne servono almeno 2-3. Comunque molto dipende anche da quanto è buona l’apparecchiatura, sia per il prezzo sia per la riuscita». Quindi come medico non è contrario ai tatuaggi? «No, basta che si facciano con cervello, valutando bene la professionalità del tatuatore e le condizioni igienico-sanitarie. E magari è meglio evitare di farseli in zone particolarmente delicate, come ad esempio le mucose genitali. Perché ci capita spesso di doverne rimuovere tanti anche lì!».