Isabella Vergara Caffarelli, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
Un lazo implacabile, un elastico fulminante scaraventato con la potenza di un jet, e le sfortunate prede del camaleonte non hanno neanche il tempo di reagire
Un lazo implacabile, un elastico fulminante scaraventato con la potenza di un jet, e le sfortunate prede del camaleonte non hanno neanche il tempo di reagire. Vengono investite da una fionda gigantesca e appiccicosa, e in poche frazioni di secondo si ritrovano intrappolate nella bocca del rettile. Il segreto di quest’arma micidiale – svelato da due biologi olandesi dell’Università di Wageningen – non risiederebbe nel muscolo acceleratore che riavvolge la lingua, come creduto finora, ma in piccole ”catapulte” di collagene collegate a quest’ultimo. Le strutture elastiche accumulano energia e la rilasciano al momento opportuno, ”sparando” l’appendice a una velocità di 21,6 km all’ora. Il mimetico rettile riesce così a cogliere in 20 millisecondi un insetto posto a 1,5 metri di distanza. Quella del camaleonte non è la sola lingua ultraspecializzata in natura. Oltre al formichiere, alla giraffa, al cane e al picchio, che abbiamo menzionato in queste pagine, va ricordato l’orso malese, dotato di ben 25 centimetri di lingua protrattile, che adopera per estrarre larve e miele dai buchi. La lingua della tartaruga alligatore, invece, partecipa a uno stratagemma diabolico: è biforcuta, e assomiglia in tutto e per tutto a due vermi che si muovono. Così, la più grande testuggine d’acqua dolce del mondo (può arrivare a pesare 90 kg) non deve affaticarsi a rincorrere i pesci. Se ne sta semplicemente in agguato a bocca aperta sott’acqua aspettando che qualche preda ”abbocchi”. A questo punto, serra di colpo le fauci come una tagliola, e il gioco è fatto. Al coccodrillo, invece, la lingua serve, oltre che per ingoiare e gustare il pasto, per tapparsi il naso sott’acqua mentre caccia. Una valvola carnosa isola le vie respiratorie che si aprono sulla bocca. Anche il vampiro Desmodus rotundus, che di notte va a caccia del sangue di animali domestici, usa la lingua a uno scopo molto particolare: una volta morsa la preda, lecca la ferita per circa 30 minuti per impedire, con la sua saliva anticoagulante, che il taglio si rimargini e il flusso sanguigno si interrompa. noto poi che la lingua dei serpenti ha delle funzioni particolari: questi animali hanno il naso ma sentono gli odori proprio con la lingua, raccogliendo dall’ambiente circostante le molecole odorose e portandole dentro alla bocca. Per questo la lingua degli ofidi, notoriamente biforcuta all’apice, entra ed esce continuamente dalle loro fauci: quando sentono qualcosa di insolito nell’aria, quando nell’oscurità pensano di essere vicini a una probabile preda, la lingua esce dalla piccola apertura posta all’estremità del muso, senza che sia necessario aprire la bocca, e assaggia l’aria portando poi le microscopiche particelle responsabili della percezione degli odori all’interno della bocca. Qui, incastonato nella mascella superiore, c’è l’organo responsabile della funzione gustativa e di quella olfattiva, detto organo di Jacobson (lo stesso che è presente nel gatto), che capta gli odori introdotti e porta le informazioni relative all’ambiente esterno al cervello dove vengono analizzate. Senza lingua i serpenti avrebbero vita breve, perché non riuscirebbero a distinguere le prede. Ma in molte specie di ofidi la lingua e l’organo di Jacobson hanno una funzione altrettanto importante, serve infatti per individuare la compagna con cui accoppiarsi. Isabella Vergara Caffarelli