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 2004  agosto 26 Giovedì calendario

Quante volte passeggiando su una spiaggia ci siamo accorti della presenza di ”alghe” sulla battigia o nella sabbia? Quelle ”alghe” in realtà non sono altro che le foglie, nastriformi e lunghe fino a un metro, di ”Posidonia oceanica”, una pianta terrestre apparsa oltre 100 milioni di anni fa e poi adattatasi alla vita marina

Quante volte passeggiando su una spiaggia ci siamo accorti della presenza di ”alghe” sulla battigia o nella sabbia? Quelle ”alghe” in realtà non sono altro che le foglie, nastriformi e lunghe fino a un metro, di ”Posidonia oceanica”, una pianta terrestre apparsa oltre 100 milioni di anni fa e poi adattatasi alla vita marina. Le praterie di Posidonia oceanica sono tra gli ecosistemi da tutelare secondo i protocolli della Conferenza di Rio. Sono state, inoltre, riconosciute come organismi fondamentali nell’economia dei sistemi marini costieri per una serie di motivi sia biologici sia fisici. Primo fra tutti, la produzione di ossigeno assicurata dalla Posidonia oceanica: grazie al notevole sviluppo fogliare può liberare nell’ambiente fino a 16 litri di ossigeno al metro quadro al giorno. Oltre all’ossigeno, le praterie di Posidonia assicurano una grande produzione di biomassa e di energia, sono un importante rifugio per molte specie animali che qui riescono a nascondersi dai predatori, una zona di riproduzione e una fonte di cibo per molti pesci e invertebrati. Si calcola che, in ogni ettaro di prateria annualmente si accumulino oltre 15 tonnellate di biomassa animale, comprendente centinaia di specie. Sulla terraferma, le piante contribuiscono con le proprie radici a trattenere il terreno, nello stesso modo la Posidonia oceanica fissa il fondale e protegge le spiagge dall’erosione provocata dal moto ondoso. Questa pianta, inoltre, rappresenta un importante indicatore biologico, risultando molto sensibile agli agenti inquinanti, aspetto che, purtroppo, ne determina la forte regressione in molte zone costiere del Mediterraneo. Nell’ultimo decennio, è stata documentata una perdita di almeno 90.000 ettari di praterie di Posidonia oceanica. Ma quali sono i nemici della Posidonia? La pesca a strascico e il raschiamento provocato dalle ancore delle imbarcazioni da diporto danneggiano e distruggono la vegetazione; la costruzione di opere costiere (porti, terrapieni, pontili ecc.) può arrivare a determinare anche la scomparsa totale delle praterie; l’azione diretta di scavo e ricoprimento e il conseguente aumento della torpidità dell’acqua impediscono alla luce di penetrare e alle piante di effettuare il naturale processo della fotosintesi clorofilliana. Da questi presupposti, nasce la campagna nazionale di sensibilizzazione di ”Amici della Terra-Mare” denominata ”Giardini sommersi” che si prefigge un’importante azione di salvaguardia della Posidonia oceanica con il coinvolgimento dei giovani, delle scuole, dei turisti e naturalmente degli operatori del settore. Un progetto ambizioso che ”Macchina del Tempo” appoggia chiedendo ai suoi lettori di mettersi in contatto con ”Amici della Terra” a questo indirizzo: Amici della Terra Lombardia, via Mondovì 7, 20132 Milano. Tel. 02.27201315, fax 02.45409226, www.adtlombardia.it