Palmiro Martini, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
L a prima spedizione ufficiale organizzata dall’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie e l’Ambiente) in Antartide parte il 27 ottobre del 1985 sulla Polar Queen, una nave polare rosso fuoco
L a prima spedizione ufficiale organizzata dall’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie e l’Ambiente) in Antartide parte il 27 ottobre del 1985 sulla Polar Queen, una nave polare rosso fuoco. Una partenza possibile grazie alla ratifica del nostro Paese nel 1980 del Trattato Antartico, firmato a Washington il 1° dicembre del 1959, e all’approvazione della legge 284/85 del Programma Nazionale di Ricerca in Antartico (Pnra, per informazioni consultare il sito www.pnra.it). Dalla prima spedizione fino a oggi sono stati molti i Paesi che hanno deciso di andare alla scoperta dell’Antartide, tanto che oggi sono 58 le basi dislocate nei ghiacciai intorno al Polo Sud. Alle spedizioni italiane, fino a oggi diciannove, la Marina ha contribuito con uomini e mezzi. Come il capitano di fregata delle Armi Navali Flavio Barbieri che, assieme all’esploratore Renato Cepparo, il 5 gennaio del 1978 tentò di raggiungere la Terra di Graham da Punta Arenas (estremo sud del Cile) a bordo di un gommone lungo 8 metri e mezzo e spinto da due fuoribordo diesel da 16 hp (cavalli vapore) ciascuno. Purtroppo non ci riuscì. La prima nave italiana che approdò in Antartide si chiamava invece ”San Giuseppe Due”, era un motoveliero guidato dal comandante Ajmone-Cat, sotto l’egida della Lega Navale Italiana. La nave Italica debutta in Antartide durante la sesta spedizione (1990-1991). Pesa 5.565 tonnellate. «Va quindi sottolineato» scrisse l’allora presidente dell’Enea Umberto Colombo «il significato formativo di questa iniziativa che ha saputo ben accoppiare il fascino misterioso del continente inesplorato con la concretezza fattiva e organizzativa che strutture come il Cnr, l’Enea, lo Stato Maggiore della Difesa, imprese pubbliche e private e tutti gli altri organismi coinvolti nel Programma hanno saputo dimostrare».