Mario Torre, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8), 26 agosto 2004
In Italia sono molte le città che nel passato si sono sviluppate nel sottosuolo. Torino è un primo esempio
In Italia sono molte le città che nel passato si sono sviluppate nel sottosuolo. Torino è un primo esempio. La vecchia capitale racchiude sotto le strade del centro storico un vero groviglio di corridoi e camminamenti segreti: un percorso da brivido sospeso tra storia e magia. La città, infatti, si regge su gallerie profonde fino a 14 metri, due metri più sotto si trova la falda acquifera. Oggi è possibile ripercorrere le tappe delle guerre che all’inizio del ’700 si sono svolte in gran parte sottoterra. è qui che nel 1706 Pietro Micca perse la vita per la difesa della città. Il sottoterra di Torino è anche storia di ”ghiaccio”. Le grandi ghiacciaie, i frigoriferi naturali di un tempo, sono sottoterra, stanze accoglienti e vuote. Fino a mezzo secolo fa erano molto più fredde, al punto da mantenere il ghiaccio anche in estate. Celle frigorifere fatte di sola terra, mattoni e profondità. Milano, per contro, nasconde nella propria pancia un gran numero di canali e corsi d’acqua interrati, oggi meta degli amanti dell’escursionismo insolito. Il cuore di Roma stupisce per gli oltre 800 forse 1.000 chilometri di catacombe e cunicoli da cui è scavata: un sentiero ricco di suggestioni e ancora in larga parte avvolto nel mistero, noto come rifugio nel periodo delle persecuzioni cristiane, ma riutilizzato a più riprese. E poi Napoli, una vera giungla di corridoi, salette e botole che si intrecciano fra loro fino a creare una vera città parallela. Infine Palermo, con le catacombe ”tappezzate” da 8.000 mummie elegantemente vestite e con uno spettacolare acquedotto arabo pressoché intatto e visitabile. Il Qanat, questo il nome dell’acquedotto, fu scavato dagli arabi tra il X e l’XI secolo o forse dal re normanno Ruggero II, per ricavare acqua potabile in una zona che per natura ne è povera. Attraverso cunicoli veniva intercettata la falda e, grazie alla forza di gravità e alle naturali pendenze del terreno, l’acqua veniva condotta a valle o in superficie.