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 2004  agosto 26 Giovedì calendario

L’effetto serra e gli aerei Sono un abbonato e sarei grato se, gentilmente, potessi avere una risposta scientifica riguardo la presenza nelle alte quote dell’atmosfera della CO2 (anidride carbonica), che provoca l’effetto serra

L’effetto serra e gli aerei Sono un abbonato e sarei grato se, gentilmente, potessi avere una risposta scientifica riguardo la presenza nelle alte quote dell’atmosfera della CO2 (anidride carbonica), che provoca l’effetto serra. Quali certezze scientifiche si hanno e quali ricerche sono state eseguite per dimostrare che l’anidride carbonica che produciamo dalla combustione di benzine e altri combustibili fossili, provenienti dagli scarichi degli automezzi terrestri, sia in grado di risalire in alta quota e formare l’effetto serra? Non è forse più probabile che la CO2 dell’effetto serra sia dovuta alla combustione delle benzine avio-kerosene emesse dagli aerei? Ricordo, a proposito della CO2, i fenomeni naturali della Grotta del Cane a Napoli e la vallata della Morte nell’isola di Giava. S. Bugni - Monza (Mi) Abbiamo girato la domanda al colonnello Mario Giuliacci: «Le misurazioni della composizione chimica dell’aria indicano senza ombra di dubbio che nell’atmosfera ci sono attualmente 750 miliardi circa di tonnellate di CO2, ai quali si aggiungono ogni anno 7 miliardi di tonnellate da combustione di idrocarburi (dei quali però poi la metà viene rimossa dagli oceani e dalla vegetazione). Ma tali misure, prese a varie quote, indicano anche che tale concentrazione è equamente distribuita con l’altezza entro il primo strato di 10-15 km noto come troposfera. E questo avviene perché i moti turbolenti, tipici della troposfera, sono in grado di rimescolare e omogeneizzare le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, nonostante che sia la CO2 naturale (da decomposizione e combustione delle sostanze organiche) che quella artificiale (da combustione da idrocarburi) vengano emesse al suolo. Del resto nella troposfera non solo la CO2 ma anche gli altri gas costituenti l’aria, proprio per merito del rimescolamento turbolento, non si stratificano secondo il loro peso specifico, altrimenti sia l’ossigeno O2 che la CO2 dovrebbero avere la massima concentrazione in prossimità del suolo mentre l’azoto (N2), avendo un peso specifico più basso, dovrebbe essere concentrato soprattutto nell’alta e media troposfera, cosa che in realtà non avviene. Solo là dove il rimescolamento turbolento è assente (es. in una grotta) oppure le emissioni locali di CO2 sono intense e continue (vulcani, solfatare), lì le concentrazioni di CO2 al suolo possono essere superiori a quelle che normalmente sono nell’atmosfera».