Andrea Greco, Macchina del Tempo, luglio 2004 (n.7), 25 agosto 2004
«Le auto sportive? Chi le possiede deve abituarsi all’idea che tra qualche anno le potrà usare al club, così come oggi chi ha un cavallo da corsa va al maneggio per fare una cavalcata»
«Le auto sportive? Chi le possiede deve abituarsi all’idea che tra qualche anno le potrà usare al club, così come oggi chi ha un cavallo da corsa va al maneggio per fare una cavalcata». Michel Parent, direttore dell’Inria, prestigioso istituto francese per le ricerche sulla mobilità e sui trasporti, ha le idee chiare sul futuro delle auto sportive: serviranno per fare sport su circuiti chiusi al traffico. Per limitare gli incidenti, che ogni anno causano in Europa più di 40 mila morti, sono allo studio sistemi di guida assistita o completamente automatica. Nel primo caso all’automobilista sarebbe permessa la guida solo entro i limiti del codice stradale, ma sotto la supervisione del computer di bordo, sempre pronto a sostituirsi ai comandi nel momento in cui si oltrepassassero i limiti di sicurezza. Nel secondo, in maniera più radicale ancora, le auto sarebbero guidate sulle strade da un sistema centralizzato, che sceglierebbe in tempo reale andature e percorsi. A noi non rimarrebbe che impostare la meta e aspettare di arrivare. In questo quadro da film di fantascienza, i costruttori di supercar sondano le possibilità che offrono le nuove tecnologie. La novità più grande che troveremo sotto il cofano dei coupé di razza sono i motori elettrici, che verranno accoppiati a quelli termici, sia per limitare l’inquinamento sia per offrire una spinta aggiuntiva in accelerazione. La linea, soprattutto per quanto riguarda i marchi più prestigiosi, evocherà le linee classiche dei modelli che hanno reso celebre l’azienda, ma la carrozzeria avrà sempre di più anche il compito di migliorare le caratteristiche di guida. Via libera dunque ai materiali compositi, capaci di ridurre il peso, e alla ricerca aerodinamica più avanzata. In arrivo pure auto piccole e leggerissime, scomode ma in grado di offrire le stesse emozioni delle ipersportive.