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 2004  agosto 25 Mercoledì calendario

«Se mi si chiede cosa sia il bello, so rispondere: è proporzione; e proprio per questo disegnare auto piccole, spaziose ed economiche è molto difficile»

«Se mi si chiede cosa sia il bello, so rispondere: è proporzione; e proprio per questo disegnare auto piccole, spaziose ed economiche è molto difficile». Giorgio Giugiaro (foto sopra), forse il designer più famoso del mondo, ha le idee chiare sul suo lavoro, e sul futuro delle auto di piccole dimensioni. Nel suo curriculum ci sono Panda, Golf, Uno e Punto. In pratica i modelli che hanno fatto fare un enorme salto di qualità alle utilitarie. «Il vero problema» racconta Giugiaro «è far quadrare il cerchio. Le auto piccole devono essere piccole ma spaziose, quindi devono essere alte. Così il volume interno di una vettura corta è sufficiente a garantire un minimo di comfort. E poi devono offrire molto e costare poco. Infine, per venderle, devono essere belle. Riuscire a centrare tutti questi obiettivi è veramente molto difficile». Ma, rispetto al passato, disegnare auto è diverso? «Certo. Non sono cambiate solo le macchine, ma anche i metodi di produzione. Ora il marketing è molto importante, si fanno ricerche approfondite per capire che auto vorrà il mercato tra 4 o 5 anni, ossia il tempo necessario per progettare e mettere in produzione un nuovo modello. Poi si dà incarico agli stilisti di disegnare qualcosa che si avvicini molto al risultato delle ricerche». Come saranno le utilitarie? «La forma, il disegno, ora che ci sono sempre più proposte, sono diventati fondamentali per distinguersi; l’importante per il designer è quello di riuscire a unire sempre funzionalità e utilità. Qualsiasi oggetto, se viene disegnato senza tener conto della sua funzione, può essere originale, all’inizio attrarre, ma poi il pubblico si stanca perché è scomodo». Ma lei che auto usa in città? «Nessuna. Vado in moto. Ci vorrebbe uno stregone, non uno stilista, per fare un’auto che sia pratica quanto una due ruote nel traffico cittadino».