Cecilia Aquilani, Macchina del Tempo, luglio 2004 (n.7), 25 agosto 2004
Russare rumorosamente può provocare attacchi di soffocamento, quella che si chiama ”apnea ostruttiva notturna”: la lingua, risucchiata all’indietro, chiude la faringe e impedisce all’aria di raggiungere i polmoni, finché la persona non si sveglia con una sonora sbuffata
Russare rumorosamente può provocare attacchi di soffocamento, quella che si chiama ”apnea ostruttiva notturna”: la lingua, risucchiata all’indietro, chiude la faringe e impedisce all’aria di raggiungere i polmoni, finché la persona non si sveglia con una sonora sbuffata. Il fenomeno può ripetersi centinaia di volte in una notte e anche se non se ne conserva alcun ricordo, il giorno dopo si può accusare sonnolenza con conseguente diminuzione del rendimento. Ora uno studio dello Sleep Disorders Center di Salt Lake City (Usa) ha stabilito che la probabilità di soffrire di questo disturbo aumenta per le persone di media età, che assumono contemporaneamente farmaci contro la pressione alta e antidepressivi.