Giusy Cinardi, Macchina del Tempo, luglio 2004 (n.7), 25 agosto 2004
S’arrampicano sulle montagne, si lanciano col deltaplano, si prendono a pugni come e più degli uomini: le donne di questo inizio secolo sono sempre più ”no limits”
S’arrampicano sulle montagne, si lanciano col deltaplano, si prendono a pugni come e più degli uomini: le donne di questo inizio secolo sono sempre più ”no limits”. Questo, almeno, quello che emerge da un sondaggio di un network radiofonico nazionale: lo sport estremo sta diventando sempre più un fenomeno al femminile. Il 55% delle intervistate, infatti, pratica la kick boxing, il 50% il rafting (discesa in gommone di rapide e torrenti). E poi, alla spicciolata, boxe, parapendio e altro ancora. Amanti del rischio, manager (38%), imprenditrici (25%), dirigenti (18%), libere professioniste (11%), bancarie (8%). Ma perché lo fanno? Per battere i maschi (39%) e dimostrare di valere quanto il compagno (18%). Secondo la psicologa Serenella Salomoni, dell’associazione ”Donne e qualità della vita”, questo «non è un passo avanti per la donna»: «è una degenerazione, diretta conseguenza della nostra società, che punta da sempre sulla componente maschile piuttosto che su quella femminile. Qui la parità non c’entra». Insomma non è questione d’emancipazione ma, anzi, è assunzione ”acritica” dei modelli maschili. Sarà così?