Marina Baumgartner, Macchina del Tempo, luglio 2004 (n.7), 25 agosto 2004
«Per salvare la propria anima, il cristiano deve convincere a tutti i costi l’ateo che Dio esiste
«Per salvare la propria anima, il cristiano deve convincere a tutti i costi l’ateo che Dio esiste. Per incoraggiare il progresso sociale, l’ateo deve convincere a tutti i costi il cristiano che la fede in Dio è una superstizione primitiva. Per questo motivo si scontrano continuamente. Nel frattempo, il saggio taoista è seduto lungo la riva di un fiume, magari con un libro di poesie, un bicchiere di vino e qualcosa per dipingere, godendosi il Tao nella sua pienezza e non si preoccupa del fatto che il Tao esista o non esista. Il saggio non ha bisogno di affermare il Tao: è troppo impegnato a goderselo!». Così scrive Raymond Smullyan, americano esperto di religioni, matematica e magia, nel suo libro: ”Il Tao è silenzioso”. «Per me» dice Smullyan «il Taoismo rappresenta una condizione di serenità interiore unita a un’intensa esperienza estetica. Nessuna delle due, da sola, basterebbe: un’assoluta serenità passiva è un po’ noiosa, mentre un’esperienza tormentata dall’ansia non è molto attraente. Un mio amico cinese ha criticato il Taoismo definendolo la filosofia di chi vuole ”contemporaneamente possedere una torta intera e mangiarla”. Io ho sempre creduto che sia possibile, per questo sono taoista» [per avere il libro di Smullyan scrivere a tomatismariano@hotmail.com]. «C’è qualcosa di confuso e indistinto/ precedente il Cielo e la Terra./ Com’è indistinto! Com’è confuso!/ Dentro di sé contiene delle forme. / Come sono offuscate! Come sono confuse!/ Calmo, anche se sempre in funzione./ Non fa nulla,/ ma tutto è fatto attraverso di lui. Non cerca approvazione/ per il suo adempimento./ Ama e nutre tutte le cose,/ ma non governa su di loro./ Non conosco il suo nome./ Lo chiamerò Tao». Così scrisse invece venticinque secoli fa Lao-tze, considerato il fondatore del Taoismo. Questa religione – con Buddismo e Confucianesimo una delle tre fondamentali in Cina – prende il nome da Tao, la legge dell’eterna armonia. Termine di difficile interpretazione, il Tao è presente in ogni cosa e la condiziona, è un flusso vitale che ha dato origine a tutto e che scorre incessantemente, mutando e rimanendo sempre lo stesso. La parola Tao indica la ”Via”, ma nella lingua cinese non ha un significato univoco: può voler dire ”dottrina”, ”Reale autosufficiente” (che esiste di per se stesso), ”grande unità”. Il Tao, inoltre, è al di sopra di tutte le cose, persino sopra lo Yin e lo Yang, le due forze che mantengono l’ordine naturale: lo Yin, principio femminile, passivo e oscuro, identificato con la luna; lo Yang, principio maschile, attivo e luminoso, identificato col sole. Yin e Yang sono opposti e complementari, relativi (si può essere yin sotto un certo aspetto e yang sotto un altro) e non antitetici, tanto che nella pienezza dell’uno è l’origine dell’altro. I due elementi, che si completano a vicenda, sono rappresentati dal simbolo del Tao: due spirali che si avvolgono partendo da un unico centro. Ma in origine il simbolo raffigurava la proiezione dell’ombra del sole su un bastone, dal solstizio d’inverno a quello d’estate. Il Taoismo è una sintesi impareggiabile di filosofia e scienza medica, ma soprattutto è disciplina di crescita spirituale, perseguita attraverso il ripristino dell’armonia tra ”l’uomo vero” e ciò che lo circonda: una crescita interiore realizzata attraverso la coltivazione del corpo e dell’energia che lo permea, il chi (qi). Già gli antichi taoisti conoscevano il segreto di questa energia, che è all’origine della vita stessa. Scoprirono il complesso reticolo di condotti energetici, all’interno dei quali il chi scorre, portando la vita; capirono che salute, benessere fisico, mentale e interiore esistono solo nel momento in cui questa energia è libera di fluire all’interno del corpo. Le antiche pratiche dovevano accumulare e dirigere il chi, dovevano aiutare a liberarsi da ogni forma d’energia negativa. Secondo il pensiero taoista esiste un’armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo: terra, uomo e cielo. La via seguita dal taoista non punta alla mente delle persone, bensì alle persone nella loro interezza. Anzi spesso è proprio quest’ultima a viziare la visione di ciò che i nostri occhi potrebbero vedere. Per l’antica filosofia taoista la salute è il mantenimento dell’equilibrio di tutte le energie. Nel ”Nei Tching”, testo scritto circa 4.000 anni fa, si legge che «i medici saggi sono coloro che non si limitano a curare gli ammalati, ma insegnano ai sani come fare per non ammalarsi». Non a caso uno dei significati dell’ideogramma del Tao è «cammino verso la salute». «Nonostante la medicina cinese, che si ispira al Tao, sia nata migliaia di anni fa» dice Nello Fonzi, neurologo esperto in medicina tradizionale cinese «permette di diagnosticare e trattare anche le patologie del ventesimo secolo. L’agopuntura costituisce appena il 20% della medicina tradizionale cinese, che annovera tecniche di meditazione e corporee come il Qi Gong ed il Tai Chi, una sterminata farmacopea e fitoterapia, la dietetica, il massaggio, ma ne è l’aspetto più spettacolare e concreto». Bisogna ricordare, poi, che nell’antica Cina il compito del medico non era tanto la cura delle malattie quanto il mantenere i propri pazienti in buona salute. La medicina tradizionale cinese getta uno sguardo complessivo sull’uomo e sull’ambiente: grazie alla finezza della sua diagnosi clinica e alla tollerabilità dei suoi mezzi terapeutici, tratta il disturbo nella fase iniziale. Tutto l’impianto filosofico del pensiero taoista si basa su 5 periodi dell’anno, ognuno collegato a un elemento, a un colore, a un organo vitale. Come scriveva Rudyard Kipling nella poesia ”Se”: «Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo... allora sarai un uomo». E potrai goderti l’armonia taoista. All’interno della quale un’onda ha problemi se pensa d’essere solo un’onda e si dimentica d’essere anche il mare. E questo vale per tutti, genere umano compreso. Marina Baumgartner