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 2004  agosto 24 Martedì calendario

La Grande Piramide di Khufu (così chiamavano Cheope gli antichi egizi) è l’unica meraviglia del mondo antico ancora esistente

La Grande Piramide di Khufu (così chiamavano Cheope gli antichi egizi) è l’unica meraviglia del mondo antico ancora esistente. Benché tutti sappiamo che fu costruita come tomba per il secondo re della IV dinastia, Khufu, circolano ancora teorie alternative sulla sua costruzione e sul suo vero scopo. Le camere interne sono molto complesse e gli studiosi si stanno ancora interrogando sulla loro esatta funzione. L’attuale ingresso della piramide fu creato nel IX secolo a.C. da el-Mamoun, figlio di Haroun el-Rashied. Il vero ingresso, sulla facciata nord, non si riesce più a trovare. Dall’entrata originale, un passaggio scende attraverso il corpo della piramide, conducendo a una camera non ultimata scavata nello strato roccioso. Da qui, un secondo condotto conduce verso l’alto a un passaggio orizzontale che a sua volta porta a una seconda camera, erroneamente chiamata la Camera della Regina (non era destinata a nessuna delle regine di Khufu, visto che ognuna aveva una sua piccola piramide). Da dove il primo passaggio ascendente incrocia quello orizzontale, un corridoio (la Grande Galleria) sale fino a una terza camera, la Camera del Re, dove fu rinvenuto, vuoto, il sarcofago di granito di Khufu. Ancora si discute sulle diverse fasi di costruzione e sulla funzione dei corridoi e delle camere: molti egittologi credono che le tre camere corrispondano a tre cambiamenti del progetto interno, dettati da modifiche nel culto di Khufu; ma altri sostengono che le tre camere facessero tutte parte del progetto originale. Molti avventurieri del passato esplorarono le camere all’interno della Grande Piramide, ma il primo studio scientifico cominciò nel 1993, quando la chiudemmo per un anno. Avevamo in progetto di chiudere a rotazione una piramide di Giza per un anno, così da lasciare ai turisti le due rimanenti. Scoprimmo allora che il livello d’umidità all’interno della Grande Piramide era all’85%. Dipendeva dai turisti: ogni persona che entra immette nell’aria 20 grammi d’acqua che evapora depositando sale, che intacca la roccia e lentamente la distrugge. Trovammo, infatti, la superficie incrostata di sale e con molte crepe. Bisognava pulire la piramide, come pure trovare un metodo per abbassare il livello d’umidità. Un’idea era di pulire due stretti condotti, ognuno di circa otto pollici quadrati, che conducono all’esterno a partire dai muri nord e sud della Camera del Re e inserire delle macchine per creare un sistema d’aerazione. In quell’occasione, parlai con Rainer Stadelmann, direttore dell’Istituto Tedesco di Archeologia del Cairo, che a sua volta contattò un esperto di robotica, Rudolf Gantenbrink. Quest’ultimo progettò un robot chiamato Wepwawet (antica divinità funeraria egizia) per analizzare i condotti di ventilazione nella terza camera. Usando il robot, abbiamo liberato i pozzi e messo ventilatori all’interno per tener bassa l’umidità. Il robot è stato poi introdotto anche in altri condotti. Questi condotti sono stati scoperti nel settembre del 1872 dall’ingegnere inglese Waynman Dixon. Egli spinse un cavo metallico attraverso gli interstizi del muro sud e vide che dietro c’era uno spazio vuoto. Scavò e trovò il condotto sud; cercò poi un condotto nell’area corrispondente del muro nord, trovandolo. Qui, Dixon e il collega James Grant trovarono un gancio di bronzo, una sfera di granito e un pezzo di legno simile al cedro. Gli oggetti (noti come ”Dixon Relics”) vennero portati in Inghilterra, registrati dall’astronomo reale di Scozia e riconsegnati a Dixon. Dopodiché sparirono. Nel 1993 si scoprirono la sfera e il gancio al British Museum (dove sono tuttora). Il pezzo di legno, invece, fu individuato al Marischal Museum di Aberdeen nel 2001. Durante le esplorazioni dei condotti della Camera della Regina, Gantenbrink scoprì che il condotto nord voltava a ovest dopo 27 piedi: il robot quindi non poteva proseguire. Nel condotto sud Wepwawet fu fermato dopo 208 piedi da una porta, una piccola lastra con due maniglie di rame: un pezzo della maniglia di sinistra era a terra, a circa 6 piedi dalla porta. Gantenbrink trovò anche un palo di metallo e un pezzo di legno, dall’aspetto simile a quello trovato da Dixon. Alcuni pensano che utilizzare la datazione col carbonio sul legno permetterebbe una datazione anche della piramide, ritenendo che il legno sia stato lasciato al momento della costruzione (il condotto era sigillato). Io la penso diversamente: il legno potrebbe anche esser stato introdotto dopo la costruzione, attraverso l’uscita, se ne esiste una. Gantenbrink trovò anche un pezzo di legno con 2 fori, corrispondente alla maniglia in cui si doveva inserire il gancio trovato da Dixon. Pubblicò tutto sul web (www.cheops.org e anche www.guardians.net/hawass). Gli egittologi danno spiegazioni diverse sulla funzione di questi condotti e alcuni pensano che servissero per la ventilazione. è forse vero per quelli della Camera del Re, che portano all’esterno, ma non ci sono aperture verso l’esterno che corrispondano a quelli nella Camera della Regina. Quindi la teoria non è verosimile. è molto più probabile che avessero una funzione religiosa e astronomica. Il condotto sud era collegato alla stella Sirio (Orione); quello nord puntava alle stelle circumpolari, Orsa Minore e Beta. Stadelmann crede che siano canali attraverso cui l’anima del re risalirebbe per unirsi alle stelle divine. Io credo che i condotti che partono dalla Camera della Regina non abbiano una funzione precisa, visto che erano bloccati dall’interno. Se avessero avuto una funzione culturale, dovevano esser lasciati aperti, come gli altri. Credo che l’intenzione fosse quella di permettere all’anima di Khufu di passarci attraverso. Il condotto sud fu concepito per permettere a Khufu d’agire come il dio del sole Ra. Si apre, infatti, esattamente tra le 2 fosse naviformi a sud della piramide: Khufu avrebbe preso le due navi e le avrebbe usate come navi del sole. Il condotto nord fu realizzato per l’anima di Khufu in veste di Horus, per viaggiare e unirsi alle stelle. Per conoscere quale fosse la funzione dei condotti della Camera della Regina bisognava lavorare ancora molto. L’Istituto Tedesco del Cairo ottenne la concessione, ma avevo l’impressione che non fosse interessato. Non si poteva assegnare lo studio a Gantenbrink perché lavorava a titolo personale e la legge in Egitto dà l’autorizzazione solo a istituzioni. Così ho deciso che il Consiglio Supremo delle Antichità (SCA) avrebbe svolto il lavoro. Ho chiesto a Tim Kelly della National Geographic Television d’ideare un robot che potesse penetrare nei condotti. Io avrei guidato la missione. Pensavo che non ci fosse nulla dietro quella porta ma era importante conoscere la verità. La National Geographic Society ideò un robot, Pyramid Rover, riconosciuto dal Comitato Permanente dello SCA. Abbiamo poi deciso di guardare dietro ”la porta” in diretta televisiva il 17 settembre 2002. Un giorno prima della trasmissione, abbiamo usato gli ultrasuoni stabilendo che la porta era spessa 6 cm e che c’era qualcosa dietro. Abbiamo fatto un buco del diametro di 3 mm per inserirvi una telecamera: così abbiamo trovato una seconda porta di 21 cm dietro la prima. Alcuni giorni dopo la trasmissione, abbiamo inserito il robot all’interno del condotto nord della Camera della Regina. Gantenbrink e Dixon avevano potuto esplorare solo 27 piedi, a causa di una curva. Noi abbiamo stabilito che la curva c’era per evitare che il condotto incrociasse la Grande Galleria: ma allora i condotti erano stati intagliati nella pietra dopo la costruzione! Il Pyramid Rover ha proseguito fino a rimanere bloccato di fronte a un’altra porta con maniglie di rame, a 208 piedi dopo l’inizio del condotto (stessa posizione della porta nel condotto sud). Forse dietro questa porta se ne trova un’altra, distante 0,7 piedi dalla prima, proprio come abbiamo trovato nel condotto sud. La presenza di queste porte pone molte domande. Un’idea è che siano prove che il re doveva superare durante il suo viaggio verso l’aldilà. Nei ”Testi delle Piramidi” è scritto che dovrà aprire i chiavistelli prima di viaggiare: forse è un riferimento a quelle maniglie di rame. Se fosse così, perché la piramide di Khufu è l’unica ad avere quelle porte? E perché non ci sono porte nei condotti della terza camera? Se così fosse, dovrebbero stare dove il corpo del re fu seppellito. è possibile che queste porte siano la prova che la vera camera funeraria di Khufu sia nascosta da qualche parte nella piramide. Un antico racconto tratto dal ”Papiro Westcar” narra di come Cheope abbia cercato gli scritti segreti del dio Thot per progettare le camere della sua piramide. Ma ancora non siamo riusciti a svelare il mistero. Stiamo pensando di cercare aperture in corrispondenza dei condotti della Camera della Regina. Potrebbero essere anch’esse porte simboliche. Poi, appena avremo trovato il modo migliore, guarderemo anche dietro la seconda porta nel condotto sud. Soltanto ulteriori ricerche sui condotti e sulle porte che li bloccano possono aiutarci a risolvere uno dei numerosi misteri della Grande Piramide. Zahi Hawass