Elisa Vallinotto, Macchina del Tempo, luglio 2004 (n.7), 24 agosto 2004
I cinesi costruivano delle trappole di bastoncini di bambù e dopo averle scaldate le passavano tra le lenzuola, le nobildonne medievali portavano intorno alle spalle stole di pelliccia per attirarle, poi con l’avvento della chimica sono arrivati gli insetticidi e oggi le trappole più moderne sono dotate di luci calde e invoglianti e insidiosi pavimenti appiccicosi
I cinesi costruivano delle trappole di bastoncini di bambù e dopo averle scaldate le passavano tra le lenzuola, le nobildonne medievali portavano intorno alle spalle stole di pelliccia per attirarle, poi con l’avvento della chimica sono arrivati gli insetticidi e oggi le trappole più moderne sono dotate di luci calde e invoglianti e insidiosi pavimenti appiccicosi. Tutti stratagemmi attraverso cui nel corso dei secoli abbiamo cercato di liberare noi e le nostre case dalle pulci, piccoli parassiti tanto comuni quanto fastidiosi. La Pulex irritans in particolare è specializzata per pungere l’uomo e ci accompagna fin da quando abitavamo nelle caverne, vivendo nelle nostre case e colpendo con la stessa voracità tutti gli strati sociali: erano infestati di pulci i pagliericci dei contadini e i letti a baldacchino dei nobili. Esistono più di mille specie di pulci e sebbene siano tendenzialmente specializzate per un determinato ospite, possono in caso di necessità cambiare vittima. Proprio questa versatilità ha fatto sì che la pulce abbia veicolato alcune delle peggiori epidemie dell’umanità, meritandosi la pessima fama di cui gode ancora oggi. La febbre tifoidea ma soprattutto la peste sono infatti state trasportate dai topi agli uomini proprio attraverso le pulci. Il bacillo della peste vive normalmente nei ratti ma ha imparato a sfruttare le pulci per diffondersi. Quella dei ratti (Xenopsylla cheopis) può infatti contagiarsi e trasmettere l’infezione a tutte le sue successive vittime, uomo compreso. La bistrattata pulce non è soltanto associata a malattie e sporcizia: fin dal Medioevo esistono i circhi delle pulci, che proponevano i loro spettacoli itineranti di città in città. In particolare negli anni ’30 del XX secolo ci fu un vero e proprio boom di questi circhi in miniatura, anche se in molti di essi gli insetti non erano affatto ammaestrati ma semplicemente incollati o legati alle scenografie in cui si ”esibivano”. Ancora oggi numerose famiglie si tramandano l’arte di ammaestrare le pulci e si esibiscono in giro per il mondo. Il circo più famoso è quello presente ogni anno all’Oktoberfest di Monaco, in cui pulci addestrate col semplice metodo del premio (sotto forma di cibo, calore o luce) giocano a calcio, ballano indossando il tutù o spingono carrettini.