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 1919  febbraio 12 Mercoledì calendario

Rivoglio la stampatrice Nell’ottobre del 1918, su ordine proveniente da Sasovo, è stata nazionalizzata la mia tipografia a Elat’ma, trasferita a Sasovo, posta in una rimessa sotto una tettoia e lasciata fino al gennaio 1919 (ma forse è ancora lì)

Rivoglio la stampatrice Nell’ottobre del 1918, su ordine proveniente da Sasovo, è stata nazionalizzata la mia tipografia a Elat’ma, trasferita a Sasovo, posta in una rimessa sotto una tettoia e lasciata fino al gennaio 1919 (ma forse è ancora lì). Io che lavoravo nella tipografia esclusivamente per le esigenze del Regime Sovietico sono stato allontanato dal lavoro senza il preavviso previsto dalla legge e messo nella situazione del disoccupato, così come le due apprendiste e la legatrice che lavorava con me. Il decreto del comitato esecutivo distrettuale del 6 febbraio c.a., n. 455, col quale veniva nazionalizzata la tipografia, mi rifiutava sia il risarcimento per la tipografia, sia la compensazione per l’allontanamento dal lavoro senza preavviso di me stesso, delle due apprendiste e della legatrice. Io non sono un borghese: per 27 anni ho lavorato come impiegato, segretario, maestro di canto e ragioniere; mia moglie ha prestato servizio come levatrice presso l’amministrazione delle ferrovie. (...). Non dispongo né di capitali, né di beni immobili. Nella macchina era immobilizzato tutto quanto avevo accumulato in lunghi anni. Ed ora rieccomi a zero. Mentre la tipografia è abbandonata in una rimessa di Sasovo e si arrugginisce. La città distrettuale di Elat’ma è restata priva di tipografia per volontà del villaggio di Sasovo, e le ordinazioni debbono essere inoltrate ad altri distretti. Nonostante la Costituzione e le leggi, che tutelano le condizioni di vita e il benessere della classe operaia, quattro lavoratori vengono buttati sulla strada senza nessun preavviso. Vedo in questo una grossa ingiustizia e Vi prego, comp. Presidente, di intervenire. M. Fedoseev, 12/2/1919